SPECIALE INEDITI – FAMOSI IN COREA!
(Dis)armonie cosmiche
Secondo June, Plutone si accavallerà al sole, ma Yujin gli ricorda che potrebbe avvenire tra milioni di anni. Perché preoccuparsene? Il sistema scolastico sud coreano ruota intorno a due direttrici esclusive certe, profitto ed eccellenza, producendo una violenza sistemica che ha come logica conseguenza l’insoddisfazione sociale. Di questo, forse, ci si potrebbe preoccupare.
Yujin è l’allievo più dotato di un prestigioso liceo. Dopo essere stato trovato senza vita in un bosco, la polizia interroga l’unico sospettato, June, appena trasferitosi nell’istituzione d’élite. Scagionato per mancanza di prove, il ragazzo va alla ricerca dei compagni che lo hanno accusato. Un lungo flashback, che si alterna alle vicende narrate nel presente, svela il terribile segreto nascosto tra le pieghe (sanguinose) di un’associazione di dieci studenti che, per garantirsi un posto all’università di Seoul, sono pronti a immolarsi in prove rituali selvagge che sacrificano, sugli altari della gloria, la loro umanità. Opera seconda dell’eclettica Shin Su-won, Pluto, menzione speciale al 63esimo Festival di Berlino, nel delineare il “quadro clinico” di una scuola violenta e vessatoria, mette sotto accusa un intero microcosmo sociale logoro e conservatore, quello in cui l’unico scopo, anche a costo di giochi al massacro, è un (malsano) antagonismo che mette l’individuo contro la società, in una competizione senza fine. La relazione “per contraddire la retrocessione di Plutone” preparata da June come test d’ingresso, assurge a metafora di cambiamento in un’istituzione conservatrice che istiga alla “lotta di classe” attraverso il pattugliamento vigile del rettore, inflessibile anche di fronte al suicidio di un’allieva e all’omicidio. All’interno del New Korean Cinema Shin Su-won, che, forte dell’esperienza sul campo come insegnante opta per un thriller esistenzialista travestito da cinema vérité (un po’ come aveva fatto Dennis Gansel con L’Onda o Rok Bicek in Class Enemy), ha adattato il suo talento poliedrico a corti suggestivi (Circle Line è stato premiato a Cannes) e poi in direzione di un’opera metanarrativa come Passerby #3. Volgendo lo sguardo al sistema di istruzione, trasforma le violente immagini del cartoon sud coreano di Sang-ho Yeun The King of Pigs in quadri narrativi sommessi ma taglienti in cui l’individuo/studente scompare, fagocitato da un sistema che cannibalizza i talenti per perpetuare un sistema di rigide caste: il ricco sarà sempre più facoltoso, il povero è costretto ad arrabattarsi con mezzi di fortuna, ricorrendo, come insegna il film, anche ad una scrupolosa quanto meditata vendetta. Feroce e crudele Pluto sfrutta il leitmotiv simbolico del moto planetario e della caccia al coniglio sacrificale per illustrare l’allegoria di un sistema famelico che non distingue più tra vittime e carnefici.
Pluto [Id., Corea del Sud 2012] REGIA Shin Su-won.
CAST Lee David, June Sung, Jo Sung-Ha, Kkobbi Kim, Joo-A Sun.
SCENEGGIATURA Shin Su-Won. FOTOGRAFIA Yun Ji-Un. MUSICHE Ryu Jae-Ah.
Drammatico, durata 108 minuti.