SPECIALE ATTORI DIETRO LA CINEPRESA
Il teatro al cinema
Tratto dall’omonima commedia di Molière, Le Tartuffe, diretto da Gérard Depardieu, racconta la storia di un impostore (interpretato dal regista stesso) che cerca di circuire un padre-padrone di famiglia per appropriarsi dei suoi averi ed eredità.
La storia raccontata è nota ai più e, si potrebbe dire che, Depardieu non ne approfitta: trattare con una narrazione molto conosciuta potrebbe avere il vantaggio di conquistare una certa libertà espressiva che possa, a tratti, mettere in disparte la chiarezza espositiva del racconto a favore di particolari rese artistiche.
Per il suo esordio dietro la macchina da presa, l’attore francese (ormai russo) ha invece scelto una strada lineare, seguendo passo per passo l’impostazione teatrale del testo. In diversi momenti infatti pare quasi di trovarsi a teatro piuttosto che davanti ad uno schermo, per le riprese marcatamente statiche e per performances ben riuscite ma dalla forte gestione “da palcoscenico”. Primi piani insistenti, la fissità dello spazio in cui ci si muove, voci e corpi utilizzati in maniera impostata, quasi meccanica, compongono un prodotto poco accattivante, ma che si avvale di una carta convincente come poche, vale a dire la riuscita delle interpretazioni, Depardieu e Périer soprattutto. La messa in scena risente della trasposizione cinematografica per l’ambientazione e la scenografia che si mostrano più contemporanee rispetto all’originale. Anche questo in realtà proviene dal mondo teatrale e dalla versione mitteleuropea da cui è tratta la sceneggiatura del film. In altre parole, il lavoro attoriale e di messa in scena è encomiabile, tanto da valere a Le Tartuffe la selezione a Cannes nella sezione Un certain regard. Il lato registico è quello che meno si rivela, o meglio, che meno si caratterizza nella sostanza, probabilmente per un’inevitabile influenza esercitata dalla carriera performativa di Depardieu stesso. Più delle aspirazioni artistiche dell’attore è il suo passato ed il suo impulso a confrontarsi con i classici letterari a farsi sentire. Nella sua completezza il film non può non ricevere alcuni commenti positivi, soprattutto riguardo agli interpreti che, con piani ravvicinati e statici, mantengono il potenziale magnetico del racconto. Poco esce, però, delle intenzioni registiche, rendendo il prodotto quasi una riproposizione di qualcos’altro più che una creazione personale. Il Depardieu regista insomma punta tutto sulla sua presenza scenica, portando a casa, tutto sommato, un risultato non deprecabile, nonostante l’anonimato di alcune scelte.
Le Tartuffe [id., Francia 1984] REGIA Gérard Depardieu.
CAST Gérard Depardieu, François Périer, Yveline Ailhaud, Paule Annen.
SCENEGGIATURA Jacques Lassalle. FOTOGRAFIA Pascal Marti. MUSICHE Bernard Aubouy.
Drammatico, durata 140 minuti.