SPECIALE MILANO DA RIDERE
Un uomo, e il suo sassofono
Quando Fiorenza vede per la prima volta Sax, intento a saltare da fermo un’altissima asta da lavori in corso, è amore a prima vista. Per lei, abituata alla noia quotidiana dell’imborghesito marito tennista, è una rivoluzione.
Sax è un girovago stravagante e filosofo, che la attrae a sé così come al contrario il consorte la respinge e la ignora. Il secondo incontro, altrettanto fortuito, sancisce il definitivo innamoramento: Sax esce da una chiesa, lei investe con la macchina il prete che lo ha appena – a modo suo – benedetto, e il destino nuovamente fa il suo corso. Non siamo naturalmente però di fronte ad un film romantico: Saxofone, prima prova alla regia di Renato Pozzetto, è un compendio degli anni del Derby Club, tempio milanese del cabaret che per vent’anni ha ospitato una lunga schiera di artisti poi divenuti popolari nel mondo dello spettacolo e del cinema. Nel suo bislacco peregrinare per le vie di Milano, Sax li incontra quasi tutti: dal pugile sfigato Massimo Boldi al dentista Felice Andreasi, dal sopraccitato marito-tennista Teo Teocoli al pensatore da bar Diego Abatantuono (clamorosamente con due “b” nei titoli di testa del film), da Guido Nicheli – purtroppo doppiato – al sodale Cochi Ponzoni. Come Fiorenza/Mariangela Melato resta ammaliata dalla spontaneità del suo Sax, che le stravolge la vita conducendola in un mondo alieno in cui si può pescare col canotto in piscina e ci si può far riparare l’auto da un responsabilissimo bambino, così per il pubblico meneghino l’esperienza del cabaret del Derby è stata una ventata travolgente di vitalità fino ad allora sconosciuta. Un microcosmo difficilmente esportabile al cinema tuttavia, come dimostra la scarsa comprensione ottenuta da Saxofone. Nonostante l’evidente atmosfera divertita degli interpreti e nonostante l’altrettanto lampante dichiarazione di intenti contenuta in ogni singola scena della pellicola. La sceneggiatura scritta da Cochi & Renato, Beppe Viola ed Enzo Jannacci (curatore anche della colonna sonora) è un tripudio di comicità nonsense, umorismo surreale e di una voluta e pertinace leggerezza, ostentata sia nei dialoghi (“Non posso dirti cosa penso di te sennò mi sudano le ascelle”) che nella mancanza pressoché totale di coesione fra una sequenza e l’altra. La satira, veicolata dallo svagato e goffo Sax, si insinua fra le pieghe del racconto senza farsi troppo notare, fino all’agrodolce e anticonvenzionale finale, nel momento in cui l’apparentemente randagio protagonista svelerà la sua vera identità chiosando con un sardonico “È la testa che bisogna cambiare. E non lo vogliono capire”. Una battuta persino profetica, a distanza di oltre trent’anni, se si guarda a quella irripetibile stagione d’avanguardia e la si confronta con la comicità televisiva di oggi.
Saxofone [Italia 1978] REGIA Renato Pozzetto.
CAST Renato Pozzetto, Mariangela Melato, Cochi Ponzoni, Teo Teocoli, Massimo Boldi.
SCENEGGIATURA Renato Pozzetto, Cochi Ponzoni, Beppe Viola, Enzo Jannacci. FOTOGRAFIA Lamberto Caimi. MUSICHE Enzo Jannacci.
Commedia, durata 97 minuti.