SPECIALE DEMENZIALITÀ U.S.A.
Il naturale immobilismo dell’essere
Potrebbe sembrare cinico, quasi cattivo contro i geek e quelli che sono considerati degli sfigati. La timidezza viene quasi sempre punita senza che ci sia una vera reazione, è vero Napoleon porterà il proprio amico Pedro a contendersi le elezioni scolastiche, ma l’inadeguatezza rimane come una costante, per lui e per tutti coloro che gli stanno attorno.
Napoleon Dynamite è una pellicola sullo sbagliato e sul brutto esteriore, lascia intuire poco sui suoi protagonisti e Napoleon e i suoi occhi chiusi sono quasi una cerniera sulla realtà. L’unica difesa che di mette in atto è quella di rispondere gli altri chiamandoli deficienti o idioti, probabilmente gli stessi epiteti di cui è da sempre vittima. Ma Napoleon Dynamite non è per questo una commedia cinica che specula sulle brutture del suo protagonista, perché anche tutto ciò non è solo circoscritto a Napoleon. Il cattivo gusto sulla realtà piccola borghese americana messo in scena da Jared Hess è paragonabile a quello di John Waters. Lo si evince fin dai titoli di testa commestibili, piatti in pandan spesso con a sfondo di moquette smorte, che mette in chiaro fin da subito una certa ricerca dell’estetica del brutto quotidiano antipatinato. Tutto segue questa logica di personaggi fuori contesto con capigliature asimmetriche come quella di Deb, o uno sottosviluppo dell’età, il fratello Kip che sembra essere un vecchio dal corpo fin troppo giovane, fino all’anacronismo dello zio Rico. L’arredamento e look anni ’70 e ’80 diventano il riferimento per un’estetica dell’inadeguato, come se il legno laccato che ricopre la cucina di Napoleon fosse il materiale simbolo di un immobilismo esistenziale. Proprio in questo Napoleon Dynamite gioca con il teatro dell’assurdo legandosi alla demenzialità comica USA, è una pellicola innervata dell’immobilismo dei suoi protagonisti – fisico prima che esistenziale – contrastato da una regia che, sia con la ferma simmetria compositiva che con il dinamismo di zoomate veloci sui volti dei personaggi, mostra quasi un bipolarismo reattivo che è il cuore pulsante dell’intera pellicola. Le azioni non si risolvono attraverso una significazione immediata, anzi spesso sono sintomi di azioni strozzate che vorrebbero portare i personaggi a nascondere l’inadeguatezza al vivere, per questo allora l’unico modo – se così si può dire – per apparire meglio è quello di sminuire la persona più vicina. Kip instaura questo rapporto nei confronti del fratello tanto quanto lo zio, quasi fosse una guerra tra sfigati, senza rendersi conto però che è proprio l’accettare l’inadeguatezza, come Napoleon fa alla fine assieme a Pedro e Deb, a portare ad una normalità, perché in fondo tutto è relativo.
Napoleon Dynamite [id., USA 2005] REGIA Jared Hess.
CAST Jon Hader, Jon Gries, Tina Majorino, Efren Ramirez.
SCENEGGIATURA Jared Hess, Jerusha Hess. FOTOGRAFIA Munn Powell. MUSICHE John Shiwart.
Commedia, durata 94 minuti.