SPECIALE JEAN-LUC GODARD
Choses comme ça
Oggetto cinematografico del futuro, croce e delizia di qualsiasi recensore, Film Socialisme è una sinfonia in tre movimenti sulla Storia e sull’Identità dell’Europa, un viaggio prima fisico, attraverso il Mediterraneo, poi visivo, lungo le vie del Cinema e della citazione, interrotto nel suo flusso da una sosta a una pompa di benzina di provincia, dove una famiglia, divisa tra genitori in cerca di dialogo e figli in cerca di un ruolo, si interroga senza sosta su libertà, uguaglianza e fraternità: valori fondativi di una cultura – quella occidentale – affacciata sul baratro della crisi di inizio millennio.
Film Socialisme è un film di oggetti, paesaggi, animali e persone. Un’opera aperta dove l’oro, immagine ora concreta ora evocata, intride ininterrottamente il collage di parole, storie, leggende e visioni che compongono l’infinito affresco del capitalismo contemporaneo. C’è una nave da crociera, fatta di superficie e rituali effimeri contrapposti alla bellezza meditabonda del mare e dei suoi tramonti. Ci sono i dispositivi dell’attualissima fruizione audiovisiva, macchine fotografiche che diventano cineprese, telefoni portatili e camere a circuito chiuso, il video ad alta definizione, la digitalizzazione della pellicola e, non ultimo, la rete e il suo abisso che ci domina nell’istante stesso in cui accediamo, liberi, ai suoi contenuti. Ci sono i pappagalli sul ramo che aprono il film, il lama alla stazione di benzina, l’asino e la mucca ritratti su un muro, la civetta che veglia sulla scalinata di Odessa: dopo Adieu au langage, niente di più certo è l’attenzione di Godard per questi soggetti apparentemente passivi, ma superiori all’uomo per la loro capacità di ascoltare con gli occhi, interpellando coi loro sguardi uno spettatore incapace di fruire il mondo al di là della comunicazione. Questa idea sensoriale del cinema, più vicino al dato d’istinto che alla costruzione di un film a priori, è oggi la forma più compiuta e viva di una resistenza: l’ideale ancora irrisolto di collocare il cinema tra l’arte e la vita, farne e disfarne i materici, epifanici tessuti, diventare “storia della Storia”, fiume storico che mostra qualcosa senza passare per il linguaggio. In questa prospettiva tutto diviene choc e istante, e l’immagine sembra chiedere di essere toccata. Così suggerisce forse la magnifica sequenza del bambino che, con gli occhi chiusi, esplora con le mani il corpo della madre. Qui si nasconde la speranza “socialista” godardiana, come lo stesso Godard affermava nel 1978 – e senza dubbio nel suo cinema tutto torna a distanza di anni: “Una società è socialista quando il modo di vedere e di toccare di un bambino qui, o in un altro posto, può andare d’accordo, produrre vita quotidiana con un bambino cinese o di un altro posto. Questi sì che potrebbero chiamarsi rapporti”.
Film Socialisme [id., Francia/Svizzera 2010] REGIA Jean-Luc Godard.
CAST Catherine Tanvier, Christian Sinniger, Jean-Marc Stehlé, Patti Smith, Alain Badiou.
SCENEGGIATURA Jean-Luc Godard. FOTOGRAFIA Fabrice Aragno, Paul Grivas.
Drammatico, durata 101 minuti.