Io esisto!
In una città non specificata di un’epoca vagamente contemporanea vive Simon, un giovane e impacciato impiegato che viene ignorato e sottomesso da chiunque. Quando verrà assunto in ufficio James – un ragazzo fisicamente identico all’eroe, ma più determinato e sicuro di sé – il protagonista avrà ulteriori problemi, soprattutto con Hannah, collega della quale è innamorato.
Liberamente tratto da Il sosia di Dostoevskij (del quale cambia Paese e contesto storico), The Double di Richard Ayoad ne rispetta alcune fasi narrative e avvolge il tutto – come nel romanzo – in un’atmosfera surreale, allucinante e opprimente. Climax trasmesso da una fotografia ombrosa dalle luci spesso fioche e giallognole e da delle scenografie costituite da lunghi e soffocanti corridoi, minuscoli e squallidi appartamenti, metropolitane vuote e poco illuminate, uffici stretti e compressi. Elementi che, insieme alla narrazione e alla straniante performance di Eisenberg, indicano chiaramente il disagio del protagonista, il quale non solo è maltrattato da (quasi) tutti, ma ha soprattutto il timore di restare anonimo, insignificante e quasi invisibile al prossimo. In altre parole, di non essere riconosciuto come persona e di non incidere minimamente sulla vita propria e altrui. Una condizione al tempo stesso esistenziale e sociale: se i turbamenti dell’impiegato riguardano in primis la sua sfera psicologica, questa è anche la conseguenza di una società gerarchica e di massa che, tra non-luoghi e burocratici sistemi operativi, spersonalizza l’uomo proprio mentre lo vuole competitivo e individualista. Le ambientazioni desolanti e anonime, la (kafkiana?) atmosfera alienante e alcuni ironici passaggi narrativi (per esempio quelli del cartellino elettronico e dei confronti con il capo ufficio) ne sono una lampante dimostrazione.In tal senso, non ha importanza se James sia un personaggio reale oppure il risultato delle eventuali allucinazioni del protagonista. È fondamentale invece la sua doppia valenza simbolica: da un lato il sosia rappresenta la paura di Simon di essere irriconoscibile e quindi facilmente sostituibile, mentre dall’altro è interpretabile come una sorta di “grido” che il timido impiegato realizza tramite un Io più forte e deciso per affermare e annunciare al mondo la propria esistenza. Questo in un’opera curata e compatta, dove tutte le scelte e le componenti – dalla recitazione all’atmosfera, dall’umorismo sarcastico all’imprecisata (e surreale) ambientazione storica e geografica – trasmettono in modo allegorico un’idea globale sull’esistenza e sulla società contemporanea, creando inoltre un film a tratti originale e assolutamente affascinante.
The Double (Id., Gran Bretagna 2014) REGIA Richard Ayoad.
CAST Jesse Eisenberg, Mia Wasikowska, Wallace Shawn, Yasmin Paige, Noah Taylor, James Fox.
SCENEGGIATURA Richard Ayoad, Avi Korine. FOTOGRAFIA Erik Wilson. MUSICHE Andrew Hewitt.
Drammatico, durata 93 minuti.