Ossessioni
Un classico della letteratura è tale perché conosciuto dai più e fondamentale nella Storia, ma soprattutto perché diventato “fenomeno di massa”. La dalia nera di James Ellroy, dopo essere stato studiato e sezionato sia dal cinema che dalle serie tv, arriva alla graphic novel e sembra aver trovato un terreno fertile per esprimere in pieno le sue caratteristiche atmosfere cupe.
La trama è ingarbugliata, ma in superficie parla del brutale omicidio di una giovane aspirante attrice nell’America del secondo dopoguerra e di tutto ciò che ruota introno a lei. Miles Hyman disegnatore, Matz sceneggiatore, David Fincher “regista”, con la supervisione e approvazione di Ellroy, hanno realizzato un prodotto maturo e, sia chiaro, non per tutti sia per la narrazione elaborata che per la materia esposta. Dalia nera è e resterà un romanzo corposo che, nella miglior tradizione del genere, ha una struttura ad incastro che espone il background dei protagonisti per far capire al meglio la loro evoluzione e la tragicità della storia. La graphic novel non stravolge nulla, anzi, approfitta dei disegni per sbizzarrirsi su elementi cruenti ed erotici: i pugni, il sangue, gli amplessi, i nudi sono resi con sguardo luttuoso e alienante, ma somigliano ad una amara realtà. Atmosfere e “volti” d’epoca ben descritti, grazie soprattutto alla matita puntigliosa e pesante di Hyman, una narrazione che si perde, in alcuni momenti, nei troppi dialoghi ma che riesce a catapultarci, con effetti di sorpresa, nell’azione e nel thriller. Una carica e una fascinazione che dal romanzo sono ben trasportate nelle pagine disegnate, con una critica feroce a quella Hollywood rischiosa e ostile di fine anni ’40 ipoteticamente osservata dallo sguardo attento di Fincher. Ogni vignetta è un quadro dipinto con colori caldi e fotografati in stile filmico, dettagli che danno un’anima ben precisa al lavoro. Un progetto nato per la sala cinematografica inseguito dal regista di Fight Club per anni, e supplito da Zodiac, che si ispira ad altri fatti realmente accaduti, e che fa della ricerca il fulcro della messa in scena. Brian De Palma ha provato a realizzare tutto ciò nel film del 2006 ispirato al romanzo, con un risultato altalenante; chissà cosa sarebbe venuto fuori da Fincher. L’indagine diventa ossessione sia per i protagonisti Lee e Bucky, sia per gli autori e per noi lettori appassionati di questa avventura. Un’ossessione “malata” e sintetizzata in un prodotto che fatica, soprattutto nella parte iniziale più “storica”, a farsi amare, ma che se ti rapisce non si fa dimenticare.
Dalia nera [Black Dahlia, USA 2013] TESTI Matz e David Fincher.
DISEGNI Miles Hyman. SCENEGGIATURA dal romanzo di James Ellroy.
PUBBLICATO da Einaudi Stile Libero Extra Ed. 2014.
Graphic Novel, colore, 170 pagine.