VII Edizione, 17 ottobre-29 novembre 2014, Bologna
Fedeli alla linea
Archivio Aperto quest’anno dedica uno spazio del suo vasto programma al cinema polacco, in particolare ai cineamatori del periodo compreso tra il secondo dopoguerra e la caduta del muro di Berlino. È stata mostrata una selezione dei materiali alla base del progetto Enthusiasts Archive, curato dagli artisti Marysia Lewandowska e Neil Cummings, ispirato al film di Kieslowski Amator.
Filmati di vario tipo, testimonianza di una creatività vivace, non ostacolata dalle ristrettezze della situazione. Nella mostra di Lewandowska e Cummings, infatti, i film erano suddivisi in tre categorie: Love, Longing e Labour, momenti di vita quotidiana, ma anche contenuti sociali e immagini di persone al lavoro. Alcuni in bianco e nero, altri a colori, quasi sempre con una colonna sonora che non si limita ai rumori, ma accompagna i fotogrammi con musiche di varia natura. A livello di inquadratura, prevalgono i dettagli, come in Anatomia di Tadeusz Wudzki, dove solo nel finale scopriamo a chi appartengono la bocca e gli occhi ripresi. O in Syzyfowe, dello stesso regista, dove invece sono mani e piedi coperti da guanti e stivali a essere inquadrati. Si tratta di operai intenti ad asfaltare le strade, ma l’effetto è una sorta di sinfonia urbana, debitrice delle avanguardie storiche proprio come il corto sul lavoro nelle acciaierie. Dettagli, di mani, anche in quello che è il cortometraggio più narrativo della selezione, ma anch’esso privo di dialoghi: un uomo e una donna che si amano, con tanto di scene erotiche. C’è sempre una coppia al centro di un altro corto, dove sul più bello lui le chiede di rivestirsi perché lei indossa vestiti di seconda mano e non può competere, quindi, con le modelle delle riviste da cui l’uomo è ossessionato! Il corpo femminile protagonista anche di Funzione, uno dei tanti film d’animazione, ma le labbra si trasformano in linee geometriche, con lo stesso gusto per l’astrazione dei due film di Krzysztof Janicki: frecce che si addossano l’una all’altra e ne compongono una più grande, e lo stop motion di Homo, figure umane in plastilina generate da una palla, che si fondono in una palla più grande, da cui se ne formano quattro diverse. All’estetica, ai movimenti a scatti e ai suoni elettronici dei primi videogame si rifà, invece, Karuzela, mentre in Canzone per un operaio del turno di mattina i corpi dei personaggi e degli edifici sono ricavati da ritagli di giornale. Persone in carne e ossa, infine, nell’ironico Il supplicante, in una sorta di Parco Lambro polacco con punk e capelloni, nella Varsavia di Solidarnosc invasa da bandiere e manifesti in Blokada, nella routine quotidiana de L’attacchino. Il cinema polacco, anche quello amatoriale, non è affatto quello dello sketch televisivo di Zelig…