SPECIALE RICHARD LINKLATER
La vita da svegli è un sogno sotto controllo
Waking Life non è il film più amato di Richard Linklater: pubblico e critica si sono ugualmente divisi di fronte a un’operazione che, oltre alla forte valenza sperimentale della sua confezione, priva lo spettatore anche dei più basilari appigli narrativi, producendo un risultato secondo molti irrisolto.
A ben vedere, non potremmo parlare della sostanza di Waking Life senza affrontare la complessa imbastitura formale che lo caratterizza: per certi versi, anzi, è proprio la fagocitante verbosità della sceneggiatura a farci perdere di vista la bellezza della superficie, intendendo con superficie la percezione immediata dell’immagine. Di fronte a questo film che, recuperando la tecnica non certo recente della rotoscopia, ha voluto applicarla in maniera mutevole e imprevedibile a un intero girato in digitale con handycam a bassa definizione, il vero obbiettivo di Linklater sembrerebbe quello di ragionare concretamente sul rapporto tra immaginazione e realtà in funzione della rappresentazione. Il mondo sensibile, fatto di percezioni razionalizzate secondo i principi della fisica e i parametri della visione, può attraverso l’animazione vedere completamente trasfigurato se stesso, ottenendo non di essere censurato, ma al contrario di essere arricchito, problematizzato. La perdita di controllo sugli elementi codificati dell’immagine (linee, forme, volumi, toni, colori, movimenti e ritmi) produce effettivamente negli occhi dello spettatore un senso di amplificazione della visione, non diverso forse dal principio che regola il fenomeno del sogno lucido, intorno alla cui spirale risulta avvolta, senza soluzione di continuità, la storia di un giovane personaggio senza nome. “Il sogno è destino”, affermano due bambini che giocano nella prima sequenza. Bisogna accettare questa presa di posizione abbandonandosi con paziente dolcezza alle sue vie inattese, accogliendo dunque non passivamente la summa onirico-esistenzialista che domina su tutti gli scambi verbali del film, tanti quanti gli incontri che il protagonista fa nel suo viaggio interiore e che, partendo da un incidente stradale, si concludono verosimilmente dopo un coma con la salita al mondo dei morti. Esiste una cospicua traccia di riferimenti filosofici e letterari (Sartre, Debord, Bazin, Kierkegaard, Nietzche, Philip K. Dick) a sostenere l’incessante andamento dialogico del film, ma prima della parola, dentro la parola stessa anzi – come ci insegnano Prima dell’alba e i suoi seguiti – esiste la vita, la vita da svegli, quel sogno sotto controllo coi suoi infiniti istanti, attraversati e già perduti.
Waking Life [Id., USA 2001] REGIA Richard Linklater.
CAST Wiley Wiggins, Ethan Hawke, Julie Delpy, Travor Jack Brooks, Glover Gill, Bill Wise.
SCENEGGIATURA Richard Linklater. FOTOGRAFIA Richard Linklater, Tommy Pallotta. MUSICHE Glover Gill.
Animazione/Fantastico, durata 99 minuti.