SPECIALE RICHARD LINKLATER
Chi è senza peccato…
Lo dice anche lo “strillo” presente nella locandina: Bernie è “una storia talmente incredibile che deve per forza essere vera”. In effetti la trama del 15° film di Richard Linklater sembra anzitutto opera di una stratificata sceneggiatura, magari derivata dal genio dei fratelli Coen o dalla vena ritrovata dell’ultimissimo John Landis (Family, 2006; Ladri di cadaveri – Burke & Hare, 2011).
Invece la reale e tragicomica vicenda di Bernie Tiede emerge nel 1998 da un articolo di cronaca, scritto da tale Skip Hollandsworth – che ha poi collaborato alla stesura dello script del film – per la rivista Texas Monthly. Siamo a Carthage, paciosa cittadina americana del Sud. La comunità di bravi e devoti cristiani del luogo ama, anzi adora il vice-impresario di pompe funebri Bernie. Le testimonianze degli abitanti non lasciano adito a dubbi: tutti sono ipnotizzati dal carisma di quest’uomo che “ha l’abilità di far sembrare bello il mondo”, “in cima alla lista per andare in Paradiso” e per il quale le vedove della città impazziscono. Laureato in Scienze Mortuarie, Mister Tiede non solo gestisce con classe ogni aspetto dei funerali, ma si adopera per la comunità partecipando alle attività di teatro e di beneficenza, dando sempre e comunque una mano. Dare è meglio che ricevere, e Bernie lo fa senza alcun secondo fine, animato da una buonafede imbarazzante. Almeno fino all’incontro con l’arcigna 81enne Marjorie, “più cattiva di quanto lui fosse buono”. Non è difficile immaginare perché un regista come Richard Linklater si sia appassionato allo sghembo caso Tiede, e lo capiamo dalla messinscena adottata: una finzione tout court, certo, ma con interviste ai veri abitanti di Carthage, che mantiene sottotraccia lo spirito di una insolita ma credibilissima indagine sull’accaduto. Talmente tanto verosimile che pare abbia influenzato lo svolgimento del processo al vero Bernhardt Tiede. Pellicola sottovalutata all’interno della sottovalutatissima carriera di Linklater, Bernie con i toni del mockumentary e della docu-fiction balla sul confine fra satira sociale e dramma civile, ponendo allo spettatore complice l’eterno dilemma del “fine che giustifica i mezzi” e squarciando il velo di inattaccabile “giustizia” che ammanta il sistema legale Usa. L’interpretazione mimetica dei protagonisti fa il resto: Jack Black, Matthew McConaughey (che nello stesso anno sarà Killer Joe per William Friedkin) e Shirley MacLaine “sono” rispettivamente Bernie, il procuratore Danny Buck e la spietata Marjorie. E noi siamo un po’ la giuria, seduta comodamente in poltrona e pronta – o forse no? – a decidere da che parte far pendere la bilancia, nello strano caso del Dr. Bernie e di Mr. Tiede.
Bernie [Id., USA 2011] REGIA Richard Linklater.
CAST Jack Black, Matthew McConaughey, Shirley MacLaine, Rick Dial.
SCENEGGIATURA Richard Linklater, Skip Hollandsworth. FOTOGRAFIA Dick Pope. MUSICHE Graham Reynolds.
Commedia/Drammatico, durata 104 minuti.