Archivio Aperto, 17 ottobre-29 novembre 2014, Bologna
Familiarità sperimentale
L’occasione dell’omaggio di Archivio Aperto a Massimo Bacigalupo, co-fondatore nel 1967 della straordinaria Cooperativa Cinema Indipendente – assieme, tra gli altri, agli amici e colleghi Gianfranco Baruchello, Alfredo Leonardi, Tonino De Bernardi – è l’affidamento del corpus delle sue opere sperimentali a Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia.
Lo stesso Bacigalupo ha presentato un percorso a ritroso tra i suoi “non-film” in formato ridotto (8mm e 16mm), a partire da un lavoro del 1975 fino a un cortometraggio giovanile, tenendoci a precisare con modestia l’anacronisticità di certe soluzioni; in realtà la varietà del linguaggio, coniugata al formato breve, mette in risalto la pregnanza dell’intenzione che, nelle parole del cineasta, era tipicamente orientata a fare del film un “happening”: la rottura dello schema narrativo si completa allora nel rifiuto del montaggio in postproduzione, a favore dell’emersione delle sequenze così come sono catturate dalla macchina da presa. I cinque film sono accomunati dalla scelta di Bacigalupo di partire da se stesso, dalle proprie esperienze e dal proprio universo. Un universo particolarmente affascinante e stimolante, se si pensa a Con Ezra Pound a Venezia, frammento di ritratto del grande scrittore amico della famiglia Bacigalupo, ripreso in tutta la sua ieraticità negli interni scuri di uno studio e poi in giardino, a Venezia, dove il cineasta si trovò per una consulenza nel ’67. Il primo film proiettato, Into the House, è quello che sfrutta più apertamente i codici del film di famiglia, nella ripresa cronologica di un matrimonio nella periferia di Pittsburgh: le scene familiari di festa sono intervallate dall’indugiare sui volti e in particolare sui bambini, ma non manca la registrazione degli spostamenti da un luogo all’altro, che cattura gli scorci industriali dietro i suburbs dalle tante villette con giardino. 60 metri per il 31 marzo, il cui titolo espone le proprie caratteristiche tecniche (lungo 60 metri e girato in un unico giorno), è forse il film più personale, dove il lavoro sulle sovrimpressioni e sulla relazione tra varie immagini mediate raggiunge la forma più compiuta: la chiarezza dei quadri e delle parole scritte, ripresi dalle pagine dei libri, si contrappone all’indefinitezza del corpo umano, sovrimpresso e frammentato dalle inquadrature. Una concezione simile si ritrova in Versus, sempre del 1968, in cui la staticità della fotografia di una strada con figura umana si anima per la sovrapposizione ad altre immagini. Il titolo è rivelatore dell’opposizione tra immagine e reale, tra l’immobilità e la cosa viva, che permea tutto il film. Lilan, infine, nasce come accompagnamento filmico ad un brano jazz: girato da giovanissimo e con coetanei come attori, evoca l’infatuazione giovanile attraverso immagini poetiche che completano la bellezza dei volti e dei corpi con quella del paesaggio. Una menzione speciale alla sonorizzazione live di Massimo Carozzi, particolarmente attento a marcare il legame con le immagini con un tessuto di suoni e rumori, e che su Into the House ha saputo amalgamare le sonorità elettroniche contemporanee con l’audio originale del ricco e vivace racconto in prima persona di un’anziana parente italiana del cineasta, emigrata in Pennsylvania all’inizio del Novecento.
Into the house [Italia 1975] REGIA Massimo Bacigalupo. 16mm. Durata 19 minuti.
Con Ezra Pound a Venezia [Italia 1967] REGIA Massimo Bacigalupo. 8mm. Durata 11 minuti.
60 metri per il 31 marzo [Italia 1968] REGIA Massimo Bacigalupo. 8mm, gonfiato in 16mm. Durata 12 minuti.
Versus [Italia 1968] REGIA Massimo Bacigalupo. 16mm. Durata 12 minuti.
Lilan [Italia 1965] REGIA Massimo Bacigalupo. 8mm. Durata 10 minuti.