Coscienza fantasmatica
Perdersi come dentro una metropoli, disperdersi nei propri ricordi alla percezione delle cose, reale e immaginario, tra i fantasmi di un passato e gli abitanti del presente. Red Amnesia confonde volutamente all’inizio, lascia in balìa lo spettatore con immagini prive d’identità per poi passare all’attenta rappresentazione della vita dell’anziana protagonista.
Quest’ultima è una donna che rifiuta la possibilità di non aver importanza per chi le sta attorno, i figli devono infatti convivere con questa necessità di rendersi utile, nonostante non ce ne sia il bisogno.
Ma del resto questa non è la storia di Deng, o almeno non solo la sua. Ciò che regge la nostra attenzione – nonché colonna vertebrale narrativa di Red Amnesia – infatti sono le telefonate anonime che l’anziana riceve. Dall’altra parte del ricevitore nessuna risposta se non un respiro. Ciclicamente tutto si ripete cadendo sempre nel vuoto fino a quando i segni della presenza di qualcun altro nella vita della donna diventano sempre più tangibili, allarmanti. La donna vive nella convinzione di non esser mai sola, la presenza del marito deceduto che lei vede sotto forma di spirito, non l’abbandona mai. Ma questo non è l’unico, quello di un passato (forse) dimenticato sembra essere sempre più presente nella vita di Deng. Tutto però è confuso, tutto si sovrappone, tutto invecchia come la fabbrica nella sperduta provincia cinese dove una volta viveva. Il ricordo allora forse non è solo invenzione ma peggio, senso di colpa. La pellicola diretta da Xiaoshuai mette in scena due moti opposti, s’intromette con frammenti provenienti da un altrove spaziale che irrompono e contrastano con la realistica rappresentazione dell’abitudinaria vita dell’anziana. Red Amnesia non lavora mai maneggiando la tensione, come la struttura di thriller vorrebbe: preferisce invece confondere. I fantasmi sono immaginari ma allo stesso modo la realtà è sfuggevole nel suo reale manifestarsi; in fondo forse è solo il passato ad essere l’unica locuzione di tempo e spazio ad avere senso. Red Amnesia si dilata forse troppo lungamente, rischiando a volte di perdere il centro del percorso narrativo, ma nonostante ciò affascina per il ventaglio di variabili degli avvenimenti. In fin dei conti a descriverlo – a un primo impatto – potrebbe sembrare un film inclassificabile nel genere e negli intenti, ma una volta individuate le due anime filmiche – entrambe intime, dove quella descrittiva presente si somma a quella onirica di un rimosso politico e colpevole mai cancellato – tanto strano non è. Soprattutto se si accetta il fatto di essere noi stessi a ricostruire senza soluzione l’amnesia della sua protagonista. Perché del resto i fantasmi di una persona, che sono quelli di un Paese, una risposta univoca non l’avranno mai.
Red Amnesia [Chuang ru zhe, Cina 2014] REGIA Wang Xiaoshuai.
CAST Lü Zhong, Shi Liu, Feng Yuanzheng, Qin Hao, Amanda Qin.
SCENEGGIATURA Wang Xiao-shuai, Fang Lei, Li Fei. FOTOGRAFIA Wu Di. MUSICHE Umeit.
Thriller, durata 115 minuti.