Arrabbiato, ma non troppo
La carriera di un attore si sa è soggetta ad alti e bassi che a volte riescono a compromettere la sua credibilità artistica: Robin Williams si è più volte reinventato, ma ha rischiato spesso di cadere in passi falsi. È il caso del suo personaggio in 90 minuti a New York.
Il film di Phil Alden Robinson, remake dell’israeliano Mar Baum, non spicca per audacia e per una regia particolarmente originale, e in più rielabora la classica tematica del carpe diem tanto cara a Williams, senza novità. Henry Altmann è un cinico avvocato che soffre di forti emicranie. Durante un controllo la dottoressa Sharon Gil (Mila Kunis), irritata dal comportamento di Henry, gli diagnostica un tumore al cervello e gli rivela, slealmente, che gli si prospettano soltanto 90 minuti di vita. Il verdetto sarà la scusa per Henry per cercare di far pace con le troppe situazioni irrisolte della sua vita. E così fioccano voci over disconnesse con la realtà, lutti non elaborati, amori contrastati, sensi di colpa, il tutto frullato in una commedia forzata e noiosa, che lo spettatore conosce già fin dai primi minuti. Williams sguazza in questa sequela di stereotipi giocando con una parlantina sfrenata e sboccata, accompagnata da una recitazione isterica che mostra il lato peggiore della sua maschera attoriale. Un flashback iniziale ci suggerisce che Henry non è sempre stato così cinico e cattivo, e questo non fa altro che farci capire la banalità della vicenda: la redenzione del protagonista è troppo “telefonata” e in alcuni momenti rasenta l’inverosimiglianza. Avremmo apprezzato di più una maggiore spietatezza che avrebbe regalato all’attore finalmente un ruolo da arrabbiato e cattivo, non un freak alla One Hour Photo, ma un perfetto avanzo dei nostri tempi. Il resto del cast si ritrova a recitare svogliatamente e a dover fare da spalla all’ego artistico di Williams. Robinson non sa bene che registro affrontare o meglio se in alcune sequenze comiche, come quella in cui Henry acquista la videocamera, sa destreggiarsi bene, si perde quando il tutto si fa più serio accarezzando quasi il lamentoso. 90 minuti a New York avrebbe potuto essere un trattato sul qualunquismo del nostro presente e sulla grettezza a cui siamo condotti dalle tante mancanze con cui lottiamo, invece è l’ennesima commedia drammatica americana che si fa dimenticare presto. Si arriva al finale senza interessarsi alla sorte dei protagonisti e senza aver avuto particolari approfondimenti sulle cause dei caratteri e delle azioni viste prima.
90 minuti a New York [The Angriest Man in Brooklyn, USA 2014] REGIA Phil Alden Robinson.
CAST Robin Williams, Mila Kunis, Peter Dinklage, James Earl Jones, Melissa Leo.
SCENEGGIATURA Daniel Taplitz. FOTOGRAFIA John Bailey. MUSICHE Mateo Messina.
Commedia/Drammatico, durata 83 minuti.