SPECIALE CINEMA RITROVATO 2014
Uno spettacolo totale
Almeno in parte figlio dall’antico e tradizionale “teatro sanscrito”, il cinema bollywodiano ne mantiene alcune fondamentali caratteristiche, tra cui quella di essere uno “spettacolo totale” che unisce diversi registri narrativi e linguistici, facendo anche un ampio uso di danza e musica.
Mother India è, per certi aspetti, un esempio di questa cinematografia. Attraverso la storia di una donna che nell’India rurale della prima metà del Novecento viene sfruttata da uno strozzino, l’opera racconta in quasi tre ore le vicende e i mutamenti del Paese: i soprusi subiti da gran parte della popolazione e la volontà di combatterli, le lente trasformazioni tecnologiche (rappresentate dalla costruzione di un canale d’acqua) e l’attaccamento quasi viscerale alla propria terra, alla propria comunità e alle proprie origini. Il tutto narrato non solo con dei personaggi volutamente stereotipati che raffigurano diverse categorie (il tiranno locale, la figlia viziata, il ribelle), ma anche e soprattutto con un’evidente ibridazione di generi e stili. Infatti, nonostante il dramma risulti complessivamente prevalente, è necessario notare che la pellicola alterna spesso momenti comici a episodi tragici, sequenze “sentimentali” a scene quasi d’azione e d’avventura (presenti soprattutto nell’ultima parte). Tale scelta riflette indubbiamente la volontà di realizzare un film altamente spettacolare in cui non esistono generi specifici, ma solo un’unica grande “epica” che racconti l’India nel modo più coinvolgente ed enfatico possibile, come per esempio dimostrano i colori sgargianti che dominano costumi e scenografie. È anche in tal senso che vanno interpretati i numerosi e talvolta “imponenti” momenti musicali: se una parte di essi delineano più profondamente i sentimenti dei personaggi, altri omaggiano invece il lavoro e la resistenza del popolo oppresso. Non è un caso che nei secondi i protagonisti e le comparse cantino in mezzo a degli enormi campi da zucchero che la regia inquadra in modo maestoso, tanto da ricordare alcuni musical sovietici anni ’30 e ’40. Un riferimento presente anche in altri momenti e che sicuramente risulta voluto, dato il contenuto quasi “socialista” che la pellicola almeno in parte possiede. Ci troviamo così di fronte ad un film che non intende far sognare lo spettatore ritraendo un ricco mondo meraviglioso (come spesso fa la Bollywood più “pura”), ma che al contrario vuole intrattenere il pubblico con una descrizione sopra le righe della realtà indiana, cercando inoltre di far convivere tradizioni culturali e “rivendicazioni popolari” all’interno del messaggio da trasmettere.
Mother India [id., India 1957] REGIA Mehboob Khan.
CAST Nargis, Sunil Dutt, Raaj Kumar, Rajendra Kumar, Kanhaiyalal, Mukri.
SCENEGGIATURA Wajahat Mirza, S. Ali Raza. FOTOGRAFIA Faredoon A. Irani. MUSICHE Naushab.
Drammatico, durata 172 minuti.