SPECIALE BUON COMPLEANNO MEL BROOKS
Una parodia senza cervello ma irresistibile
Robin Hood – Un uomo in calzamaglia prende in giro il fortunato film con Kevin Costner, Robin Hood – Principe dei ladri, che risale a due anni prima. La sontuosa scena dei titoli di testa, marchiati a fuoco dalle frecce incendiarie del principe Giovanni, ci fa capire subito che la parodia di Mel Brooks non ha nulla da invidiare all’originale dal punto di vista cinematografico.
I titoli compaiono tra le fiamme che mangiano il tetto di paglia delle case popolari, mentre i poveri abitanti del villaggio si lamentano “ogni volta che fanno un film su Robin Hood bruciano completamente il nostro villaggio!”. Capiamo immediatamente che l’umorismo di Brooks è meta-cinematografico. Il regista newyorkese fa sempre un discorso sui film quindi vedremo una tonnellata di sguardi in macchina, di oggetti fuori posto come scarpe sportive o cancelli automatici, di riferimenti ad altri film e di cliché del cinema, puntualmente presi in giro. Questo stile era originalissimo ai tempi di Frankenstein Junior, un po’ meno nei primi anni ’90 dopo che è stato emulato e portato agli estremi da altri registi (L’aereo più pazzo del mondo, Top Secret, Hot Shots), e infatti Un uomo in calzamaglia è una pellicola spassosa ma certamente non importante. Di memorabile c’è l’interpretazione di Cary Elves, che ci regala un Robin Hood fiero e contegnoso, che ha compreso alla perfezione la lezione di Leslie Nielsen: l’attore comico deve sempre restare serio a prescindere da ciò che accade intorno. La stessa nota di merito va a Roger Rees, uno sceriffo di “Ruttingham” degno di Alan Rickman ma ancora più sfortunato. I compagni di Robin sono fatti di una pasta diversa, da Bellosguardo (il servo cieco, fonte di gag infinite), al rabbino ubriacone Tuckman (mutazione di Fra Tuck, interpretato dallo stesso Mel Brooks) mentre Azeem (Morgan Freeman in Robin Hood – Principe dei ladri) diventa Etcì, l’aiutante imbranato di colore che urla “anni ‘90”. La parodia di Brooks è profondamente radicata in quegli anni e quindi potrebbe risultare incomprensibile per chi non ricorda certi trend antiquati, dalle (tremende) sequenze rappate ai riferimenti a Mamma ho perso l’aereo. Un po’ come con Balle spaziali, Brooks ha preso in giro alcuni film ma non è stato in grado di fare un discorso sui generi cinematografici, come invece accedeva in un film come Mezzogiorno e mezzo di fuoco. Ciò significa che Robin Hood – Un uomo in calzamaglia è una parodia piuttosto frivola, che ha i suoi momenti ma non è paragonabile alla produzione di Mel Brooks risalente a vent’anni prima, più profonda e ricca di idee.
Robin Hood – Un uomo in calzamaglia [Robin Hood: Men in Tights, USA/Francia 1993] REGIA Mel Brooks.
CAST Cary Elves. Richard Lewis, Roger Rees, Amy Yasbeck, Mark Blankfield, Patrick Stewart.
SCENEGGIATURA Mel Brooks, Evan Chandler, J.D. Shapiro. FOTOGRAFIA Michael D. O’Shea. MUSICHE Hummie Mann.
Avventura/Commedia, durata 104 minuti.