21 GIUGNO – OMAGGIO A JANE RUSSELL
Il sesso interpretato
Ci sono tanti modi d’intendere il cinema erotico, genere che più di altri ha richiesto un’interpretazione e sublimazione dal contenuto narrativo, così da eludere le strette maglie di codici nel periodo d’oro degli Studios.
Scorsese in The Aviator mostrava il caso nato sul décolleté di Jane Russell, questione di millimetri che separavano il lecito dal non lecito, cioè una quantificazione di quanto poteva essere messo in mostra allo spettatore (in sostanza l’atto contrario di sublimazione dell’allusione propria di quel cinema erotico). In questo Il mio corpo ti scalderà trova oggi il maggior spunto d’interesse: vista adesso la pellicola si mostra debole in una meccanica dei personaggi semplificata in superficie ma intrigante – e molto stramba – nei suoi sottotesti. L’opera di Howard Hughes si impone come un perfetto campo di forze contrapposte in continua estensione e distensione, di un desiderio per il proibito; non solo nel seno di Jane Russell che rimane tutt’ora scolpito nella mente dello spettatore per la sua procace messa in evidenza, ma anche nell’allusione degli atti sessuali. Il desiderio è una costante ossessiva in questo anomalo western che mette al centro il triangolo tra Pat Garrett, Billy the Kid e Doc Holliday: amici, nemici, forse amanti, ma tutti e tre in cerca di un’affermazione della propria individualità e virilità. In tutto ciò chi invece esprime senza mezzi termini la personale sessualità – la Rio McDonald di Jane Russell appunto – rimane, in modo misogino e decisamente ironico, fino all’ultimo legata al confronto con un cavallo. Il mio corpo ti scalderà è una pellicola strana non solo per la presenza di tutti questi sottotesti per un lavoro pur sempre datato 1941, ma per essere un piccolo bignami di ciò che si vorrebbe fare e che non si può: dai tre cowboy protagonisti e dal loro rapporto di continua attrazione e repulsione alla probabile omosessualità rinnegata, passando per la straripante sessualità di Rio, fino alla volontà di Howard Hughes di ridicolizzare il famigerato Codice Hays. Un film di attrazioni e tensioni che ne delinea lo strambo fascino, di chi sa di non potere ma allude lo stesso lasciando per questo ben poco all’interpretazione.
Il mio corpo ti scalderà [The Outlaw, USA 1941] REGIA Howard Hughes.
CAST Jane Russell, Thomas Mitchell, Walter Huston, Jack Buetel.
SCENEGGIATURA Jules Furthman. FOTOGRAFIA Lucien Ballard. MUSICHE Victor Young.
Western, durata 116 minuti.