Ormai è tutto una corsa contro il tempo, anche riuscire ad accaparrarsi i libri prima che ne cambino la copertina e, soprattutto, il titolo. Così riuscire ad acquistare la copia originale de La bambina che salvava i libri di Zusak Markus è diventato impossibile.
Mesi di ricerche tra librerie, siti internet e mercatini dell’usato non sono serviti a niente. Il libro era sparito nel nulla. Motivo? L’uscita del film da cui è stato tratto, che ne ha modificato il titolo in Storia di una ladra di libri e sostituito la copertina con la locandina del film. E questo è solo uno dei tanti casi. Sempre più frequentemente, infatti, ci si imbatte in questo nuovo “fenomeno”, se così lo so può chiamare. Marketing? Business vincente? I motivi potrebbero essere molti, ma la verità è un’altra: stiamo parlando di due media diversi e così dovrebbero essere trattati. La letteratura e il cinema sono due forme d’arte ben distinte, anche se la storia narrata è la stessa. Parole e immagini hanno due modi diversi di comunicare, nel primo prevale l’immaginazione totale del lettore, nel secondo la storia viene messa in concreto lasciando lo spettatore con la realtà dei fatti. E il tutto, naturalmente, è soggettivo. Così quando libro e film si “incontrano”, c’è sempre qualcuno che ne rimane deluso, non riuscendo a separare i due. Ricordo ancora l’uscita dalla sala dopo la visione di Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban. Tutti entusiasti per il film di Alfonso Cuarón, io invece incapace di accettare il fatto che avesse tagliato delle scene del libro a cui ero affezionatissima. Dopo anni di esperienza, un’infinità di libri letti e di film guardati, sono riuscita – il più delle volte – a distinguere e ad apprezzare, in maniera diversa, entrambe le opere, sia quella originale sia quella da cui è tratta. Perché è questo il nocciolo fondamentale. “Basato sul romanzo di….” non significa che sia identico, anche perché non ci sarebbe alcuna possibilità di riuscita. E allora perché, per riuscire a vendere qualche copia in più, si deve stravolgere l’opera originale? Perché L’orlo argenteo delle nuvole di Matthew Quick è diventato Il lato positivo e Ragazzo da parete, di Stephen Chbosky, Noi siamo infinito? Che differenza fa con i vari best seller internazionali quali Twilight, Hunger Games e Divergent? Non stiamo, forse, parlando della stessa cosa? Evidentemente no, perché i trattamenti che hanno ricevuto sono stati diversi. E allora mi chiedo: è davvero necessario tutto questo? Qui stiamo parlando di opere d’arte, non di soldi, e come tali dovrebbero essere trattate. Come opere che hanno vita propria, che sono indipendenti nella storia e nel risultato finale, lasciando libera l’immaginazione nostra e degli autori. Libri e film sono due modi diversi di comunicare la stessa cosa, ma uno non esclude l’altro. E quale modo migliore se non considerare originali e separate entrambe le cose? Dopotutto l’arte non si pone limiti, e non dovremmo essere noi i primi a farlo.