Ganzi, bischeri e precari
Giulio (Gabriele Pini) e Giulio (Xiuzhong Zhang) sono i protagonisti dei due episodi, accomunati dall’ambientazione –la provincia di Prato- e dal contesto –una realtà lavorativa ormai oltre il precariato e sconfinata nella surrealtà.
Giulio 1 è italiano e in piena crisi lavorativa e religiosa, e per reazione ai rimedi alla disoccupazione della zia ultracattolica decide di sbattezzarsi. Giulio 2 è cinese, immigrato a Prato con la famiglia, studia enologia senza convinzione ma si ritroverà a giocare a carte in un torneo all’ultimo sangue. Nell’abbozzo di una stagnazione che costringe al ripiegamento su se stessi, al ridimensionamento di aspettative e ideali, i sogni di gloria sono ridotti a un mese di lavoro vinto al totofabbrica o a un prosciutto vinto a briscola. Difficile non voler bene a Sogni di gloria, secondo lungometraggio low-budget e autoprodotto del collettivo pratese John Snellinberg (dopo la commedia poliziottesca La banda del Brasiliano), che annovera tra i suoi obiettivi “realizzare ogni possibile genere cinematografico nella provincia toscana”. Del film colpiscono: il rispetto delle fonti di ispirazione, non solo nella scrittura ma anche nella tecnica (sì la commedia locale, ma qua e là si “sentono” Kaurismaki e Jarmusch); la capacità di restituire uno schizzo immediato e sincero della realtà provinciale toscana, valorizzando la cinematograficità dell’ambientazione, col suo miscuglio di squarci di campagna e capannoni industriali tipico di quella provincia; il tentativo ambizioso di toccare (per primi sullo schermo, a memoria di chi scrive) il tema spinoso dell’integrazione italo-cinese a Prato. L’impianto a due episodi e la caratterizzazione di certi personaggi sono dichiaratamente debitori della tradizione cinematografica della commedia nostrana, con particolare riferimento alla surrealtà comica dei toscani Giancattivi (Nuti, Benvenuti e Cenci) e del Benigni settantesco. A sottolinearlo, l’imponente presenza di Carlo Monni, alla sua ultima apparizione cinematografica, nel ruolo di mentore vissuto nel credo dei piaceri della vita in cui si intravede il sovrapporsi un po’ struggente di persona e personaggio. Condiscono il tutto la musica dei Calibro 35 e figure di contorno altrettanto definite e funzionali: lo zio Nestore (il vaianese Alessandro Guariento, scomparso anche lui recentemente: a lui e Carlo la dedica del film), l’antagonista Avvocato (l’altrettanto imponente Giorgio Colangeli), due sboccatissime anziane giocatrici, il rocker pisano Dome la Muerte in un ruolo quasi metafisico che gli calza a pennello.
Sogni di gloria [Italia 2014] REGIA Patrizio Gioffred, John Snellinberg.
CAST Gabriele Pini, Xiuzhong Zhang, Carlo Monni, Giorgio Colangeli, Alessandro Guariento, Miriam Bardini, Marcella Ermini, Riccardo Goretti.
SCENEGGIATURA Lorenzo Orlandini, Patrizio Gioffredi. FOTOGRAFIA Duccio Burberi. MUSICHE Calibro 35.
Commedia, durata 94 minuti.