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In questo numero

La signora ammazzatutti (1994)

sabato 10 Maggio, 2014 | di Giulia Zen
La signora ammazzatutti (1994)
Film History
1

SPECIALE FERMATI O MAMMA SPARA!
“I don’t know what it is about today but I feel great. Cookie?”
Oltre a quella figura femminile vittima della prepotenza maschile e desiderosa così di una spietata vendetta (alla quale avevamo dedicato lo Speciale Rape & Revenge), esiste tutto un altro sottogenere a parte, spesso sottovalutato: quello della donna che, semplicemente, kick your ass solo perché ne ha voglia.

Questa “voglia”, tuttavia, è solita essere frutto di una psicosi mentale, alla quale le protagoniste non riescono ma soprattutto non vogliono sottrarsi. Quello della madre cattiva e nevrotica è un tema che inizia a far capolino verso la fine degli anni Cinquanta ma che continua a protrarsi negli anni. In particolare, un autore che si è dedicato all’anticonformismo, al cattivo gusto e disgusto, mediacritica_la_signora_ammazzatutti1ae alla blasfemia è sicuramente John Waters. Personaggi reietti, maltrattati e psicopatici abitano la sua fantasia così come le sue opere underground: ma tra essi vi è molto spazio anche per il sesso debole, che si dimostra tutto tranne che “debole”. Female Trouble (1974) e Desperate Living (1977) sono già un accenno alla tematica della psicosi femminile combinata all’altra grande passione del cineasta: il crimine. L’opera in assoluto celebrativa di questa compagine di sadici elementi, apparentemente tratta dalla vera storia di una “serial mom” e paradossalmente tra le più sottovalutate del regista, è La signora ammazzatutti. A Baltimora vive serenamente la tipica famiglia middle class americana, formata da genitori e due figli adolescenti. I fiori sbocciano, gli uccellini cantano, la musica veleggia amabilmente: tutto perfetto, non fosse per il fatto che la madre/moglie/casalinga Beverly ha il vizietto di far fuori qualunque persona infastidisca la propria famiglia o i propri “ideali” (oltre ad una sadica propensione a scherzi di “cattivo gusto”). A crearne un’impercettibile doppia identità, da un lato genitrice dolce e consorte devota e dall’altro perversa assassina, è la strepitosa Kathleen Turner la quale ne plasma una perfetta marionetta sottratta agli anni Cinquanta e catapultata nella civiltà di fine secolo. Unica caratteristica inusuale della casalinga esemplare è l’amore per il giallo, al quale dedica ore di lettura e di conversazioni con spietati killer. Specialmente, la psicosi della protagonista risulta magistralmente e sottilmente orchestrata in un elemento narrativo: Beverly non si cura di occultare le proprie “azioni”, di eludere comportamenti sospetti o di rimediare alibi. Semplicemente perché non ne ha bisogno. Una pellicola che rappresenta lo schiaffo morale di Waters alla società perbenista americana, ancorata ossessivamente al conformismo di metà secolo, per cui ipocrisia e speculazione sono all’ordine del giorno. Ed è così che in questo perverso e iconico mondo watersiano gli adolescenti celebrano il crimine, la polizia indaga cialtronamente, e donne come Beverly Sutphin diventano eroine. Ed “è meglio se sei gentile con lei”.

La signora ammazzatutti [Serial Mom, USA 1994] REGIA John Waters.
CAST Kathleen Turner, Sam Waterston, Matthew Lillard, Ricki Lake, Mink Stole, Mary Jo Catlett.
SCENEGGIATURA John Waters. FOTOGRAFIA Robert M. Stevens. MUSICHE Basil Poledouris.
Commedia/Thriller, durata 95 minuti.

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