La storia di Bang-ja
Il triangolo amoroso è tema caro a Kim Dae-woo e lo è fin dai tempi in cui lo stesso brillantemente sceneggiò Untold Scandal, rivisitazione in salsa orientale del celebre romanzo epistolare “Le relazioni pericolose” di Choderlos De Laclos per la regia di E J-yong. Passato dietro alla macchina da presa per la seconda volta dopo l’ironico Forbidden Quest, con The Servant lo sceneggiatore sudcoreano si cimenta in un machiavellico ménage à trois durante l’era Chosun, un periodo storico segnato da forti persecuzioni e laceranti divisioni tra le classi sociali.
Direttamente ispirato ad un antico canto pansori che narra delle intricate traversie amorose tra Chun-hyang, fanciulla di estrazione borghese, e Mong-ryeong, figlio di un nobile magistrato locale, e che ha conosciuto ben quattordici adattamenti cinematografici tre dei quali nordcoreani, The Servant scardina i contenuti del racconto originale e focalizza l’intero assetto narrativo sul personaggio di Bang-ja, l’aitante e passionale servo dell’aristocratico protagonista. Allo stesso modo, la psicologia di fondo e le motivazioni personali che spingono i tre personaggi principali ad agire ed interagire tra di loro vengono completamente ribaltate in favore di un racconto perennemente in bilico tra cinismo, carnalità e sete di potere. Chun-hyang, originariamente incarnazione degli ideali di femminilità propugnati dalla rigida e classista società confuciana dell’epoca, tra i quali castità, fedeltà e obbedienza, viene minuziosamente ritratta come un’eterea e sensuale arrampicatrice sociale che cerca di perseguire un matrimonio d’interesse con il figlio del magistrato e che nel frattempo si concede ripetutamente ai piaceri carnali con il più devoto Bang-ja. Mong-ryeong, dal canto suo, non esita ad usare Chun-hyang per i suoi fini personali e a sbarazzarsene repentinamente in nome di un’atavica rivalità con il più prestante servo. Punto di forza della storia è lo stesso Bang-ja, mero esempio di virilità fisica e generosità d’animo, il quale rischia la sua stessa vita in quanto guidato da una sorta di travagliato idealismo amoroso. Al talento da iconoclasta con cui Dae-woo rivisita la storia di Chun-hyang si aggiunge un’evidente maestria dello stesso nella rappresentazione delle scene ad alto contenuto erotico. Alcuni intermezzi comici, come il manuale di seduzione impartito dal vecchio servo Ma all’inesperto Bang-ja, sono esplicite e preziose testimonianze dell’ars amatoria in piena epoca confuciana ed impartiscono alla storia un sapore volutamente beffardo e spregiudicato. Il risultato che ne consegue è una pellicola dai generi stridenti e variegati e dai toni cinicamente amorali e provocatori.
The Servant [Bang-ja jeon, Corea del Sud 2010] REGIA Kim Dae-woo.
CAST Kim Joo-hyuk, Jo Yeo-jeong, Ryoo Seung-bum, Oh Dal-su, Song Sae-byeok. SCENEGGIATURA Kim Dae-woo. FOTOGRAFIA Kim Young-min. MUSICHE Mok Yeong-jin.
Drammatico, durata 124 minuti.