64° Festival Internazionale del Cinema di Berlino, 6-16 febbraio 2014
Tre ritratti sottocutanei
Una delle tracce tematiche più interessanti del Festival di quest’anno, che sia voluta o no, è quella della cecità. Cosa ne può dire una delle arti visive per eccellenza?
Nella competizione internazionale, Blind Massage, coproduzione franco-cinese, ha conquistato per la sua sensibilità priva di commiserazione. Il film accompagna con intimità la vita di alcuni giovani ciechi e ipovedenti, seguendone la formazione in una scuola apposita e in seguito in un centro per massaggi nel quale lavorano formando una grande famiglia. Il regista Lou Ye mostra la dignità dei suoi protagonisti e della loro quotidianità. In un mondo che si oppone a quello “mainstream” (come essi definiscono quello dei vedenti) e nel quale i loro rapporti si intessono formando una rete di salvataggio dal mondo esteriore, i protagonisti affrontano questioni di onore, amore e amicizia. Concetti come quello di bellezza, che genera ossessione e risulta incomprensibile al contempo, vi filtrano generando confusione. Questo ritratto collettivo sorprende non solo per il suo tatto, ma anche per l’abilità degli attori ciechi e ipovedenti nelle loro interpretazioni, con una recitazione sottocutanea, che viene da dentro. Nella sezione Panorama un film totalmente diverso, meno “arty” e più rapido, travolge lo spettatore in un’esperienza diversa. Con Blind, il norvegese Eskil Vogt afferma di voler mettere lo spettatore nella pelle del cieco. Psycho thriller sperimentale dalla struttura perfetta, il film genera attraverso la suspense una valida riflessione sull’argomento. Attraverso la storia di Ingrid, giovane moglie che ha perso la vista, lo spettatore viene immerso nel mondo della protagonista, dominato sempre più dall’incertezza. Quanto della realtà trapela attraverso il visibile? Quali basi ci vengono a mancare, se alle parole non si accompagna più l’espressione? Confondendo immaginazione e realtà, la sua cecità trascina Ingrid da una posizione di statica privazione a quella di inarrestabile (e paranoica) creazione. Senza più riferimenti visivi, l’inventiva Ingrid ricrea il suo mondo, al quale il regista offre l’accesso. Vogt riesce perfettamente nella sua difficile sfida, portando lo spettatore in uno stadio di incertezza che lo accomuna alla protagonista. Per concludere, The Way He Looks, film brasiliano di Daniel Ribeiro che ritrae il percorso sentimentale di un giovane cieco. Leonardo si destreggia con i problemi tipici della sua età, complicati ancor più dal suo handicap. Ma è in fondo fortunato: la sua è una famiglia esemplare, e coltiva una forte amicizia con Giovanna, che funge da confidente e angelo custode al contempo. Giovanna è in attesa del primo bacio e del principe azzurro, Leo avrebbe bisogno di un amico maschio che lo sproni a nuove avventure. I due incontreranno presto Gabriel, che con la sua presenza complica questa amicizia, sviluppando un precario equilibrio a tre. Come un sottile vento, il ricciuto Gabriel si insinua nel cuore dei nuovi amici. È un alito leggero e delicato, che risuona nei cuori che incontra, trovando in fine quello giusto. Una storia di crescita narrata da tre giovani attori che danno corpo a emozioni confuse, delineandole con crescente chiarezza. Capace di commuovere, il film convince anche per la sua estetica e le scelte musicali, che conquisteranno in particolare il pubblico più cool.
Blind Massage [Tui Na, Cina/Francia 2014] REGIA Lou Ye.
CAST Guo Xiaodong, Qin Hao, Zhang Lei.
FOTOGRAFIA Jian Zeng.
Drammatico, durata 114 min
Blind [Id., Norvegia 2014] REGIA Eskil Vogt.
CAST Ellen Dorrit Petersen, Henrik Rafaelsen, Vera Vitali.
SCENEGGIATURA Eskil Vogt. FOTOGRAFIA Thimios Bakatakis. MUSICHE Henk Hofstede.
Drammatico, durata 96 minuti.
The Way He Looks [Hoje Eu Quero Voltar Sozinho, Brasile 2014] REGIA Daniel Ribeiro.
CAST Tess Amorim, Fabio Audi, Ghilherme Lobo, Selma Egrei, Eucir de Souza.
SCENEGGIATURA Daniel Ribeiro. FOTOGRAFIA Pierre de Kerchove.
Dramma romantico, durata 95 minuti.