SPECIALE GEORGE CLOONEY
New Age di guerra
Mettete i fiori nei vostri cannoni e battete il nemico. Si può sintetizzare così l’assurdo concetto su cui si basano le azioni di alcuni personaggi de L’uomo che fissa le capre, film d’esordio di Grant Heslov, già sceneggiatore di Good Night, and Good Luck.
Tratta dal libro di Jon Ronson Capre di guerra, la pellicola vede al centro Wilton, un giornalista che per attirare l’attenzione dell’ex fidanzata si reca in Iraq come inviato di guerra. Qui incontra Cassady, un ex sodato della New Earth Army, corpo militare fondato da Django, guerriero “hippie” che insegnava a sconfiggere l’avversario con la sola forza del pensiero. Combattimenti senza scontri, teorie “pacifiste” applicate a scopi bellici, prevenzione del conflitto armato e attuazione del medesimo: sono queste le contraddizioni descritte dall’opera, la quale vuole riflettere sull’assurdità della guerra e ironizzare sulle istituzioni militari, svelandone i meccanismi perversi e a tratti persino surreali. L’opera, però, non è mai veramente cinica, in quanto l’autore osserva i protagonisti con uno sguardo allo stesso tempo sarcastico e affettuoso, distaccato e complice, che non omette la natura alienata dei personaggi, ma che ne mostra contemporaneamente la buona fede. Questo perché tutta la vicenda è raccontata dal punto di vista incredulo e affascinato, critico ed empatico di Wilton, che non a caso interviene spesso in voice over. Tutto in una narrazione scandita da diversi flashback e da un ritmo incessante ma mai frenetico. Tutto sembra così funzionare, dalla sceneggiatura all’ottimo cast, eppure si ha la continua sensazione che la pellicola non spicchi mai il volo e che non osi mai abbastanza, contando anche il solido materiale a disposizione: infatti, la narrazione poteva essere più incalzante e la satira ancora più pungente. Il punto debole è probabilmente riscontrabile nella regia, che, nonostante qualche buona idea, risulta nel complesso un po’ statica e piatta, diligente nel seguire la trama ma un po’ “timida” nella messa in scena, che frena così gli ottimi elementi singoli, dalla scrittura alle interpretazioni di Ewan McGregor, Jeff Bridges, Kevin Spacey e George Clooney (anche produttore). Dunque un film di buon livello, ma che purtroppo non sfrutta fino in fondo le sue potenzialità, e che trasmette la sensazione di assistere a un classico compitino, elemento che rischia di mitigare la pur presente vena dissacratoria. Quindi, un potenziale capolavoro trasformato in un prodotto poco più che medio. Peccato.
L’uomo che fissa le capre [The Men Who Stare At Goats, USA/Gran Bretagna 2009] REGIA Grant Heslov.
CAST Ewan McGregor, George Clooney, Jeff Bridges, Kevin Spacey, Stephen Lang.
SCENEGGIATURA Peter Straughan (tratta dal romanzo Capre di guerra di Jon Ronson). FOTOGRAFIA Robert Elswit. MUSICHE Rolfe Kent.
Commedia, durata 93 minuti.