TRIBUTO A PHILIP SEYMOUR HOFFMAN
“Non tutti i peccati sono uguali”
Se si smette di onorare il padre e la madre, difficile sperare di giungere in paradiso mezz’ora prima che il diavolo si accorga che sei morto. Tra il sarcastico titolo italiano che riprende il quarto comandamento e quello originale che cita il detto irlandese (Before the Devil Knows You’re Dead), si crea l’antitesi profonda che è chiave di lettura del 45° lavoro di Sidney Lumet, prolifico cantore di un’America quasi mai assolta dai tribunali inscenati nei suoi film.
La legge divina è dogma sacro e inattaccabile, il brindisi irlandese irride le solenni liturgie e conduce in un microcosmo profano in cui il male si annida all’interno del nucleo familiare. La sacralità dell’istituzione viene qui calpestata in un’escalation di violenza ed efferatezza, moltiplicata dall’uso insistito del flashback e dalle musiche cadenzate di Carter Burwell che avvolgono lo spettatore in uno studiato climax di nefandezza, apoteosi di un dolore universale capace di stritolare il clan dei consanguinei dal di dentro. Sono i due fratelli, il cinico Andy (Philip Seymour Hoffman) e il fragile Hank (Ethan Hawke), a minare le fondamenta dell’amore filiale, organizzando una rapina ai danni dei genitori gioiellieri per poter così risolvere i loro problemi economici, provocando inesorabili catene di morte. Il risultato è un dramma esistenziale a mezzo tra poliziesco classico e sfumature melò, il cui centro, all’interno di un tragico teatro uroborico, è il gigantismo di Philip Seymour Hoffman, cinico stratega senza scrupoli: organizza la rapina, dirige le mosse del maldestro fratello e cura fin nei dettagli ogni singolo gesto e movenza. Dal guizzo diabolico dello sguardo impassibile al ferreo controllo autoimposto, Andy-Hoffman, quasi in parallelo con la disgregazione rappresentata dal film, mette in luce assenza (eloquio calibrato), rabbia repressa (improvvise esplosioni di violenza), distacco, definendosi, in un delirio psicotico, essere “scompagnato”, la cui identità non è l’esatta somma delle sue parti. Il testamento di Lumet è un crudo e spietato mosaico di orrore in cui ogni pezzo si cesella attraverso una sapiente costruzione stilistica: i flashback reiterati sulla sceneggiatura di Kelly Masterson moltiplicano i punti di vista degli attori e creano, plasmandosi sui loro volti, una suspense “mimetica”, giocata sul virtuosismo recitativo e sulla rappresentazione frammentata degli avvenimenti. “Non tutti i peccati sono uguali”, quelli che ledono i parenti, infatti, non concedono neanche mezz’ora in paradiso, né in cielo, né in terra.
Onora il padre e la madre [Before the Devil Knows You’re Dead, USA/Gran Bretagna 2007] REGIA Sidney Lumet.
CAST Philip Seymour Hoffman, Ethan Hawke, Albert Finney, Marisa Tomei.
SCENEGGIATURA Kelly Masterson. FOTOGRAFIA Ron Fortunato. MUSICHE Carter Burwell.
Drammatico, durata 117 minuti.