SPECIALE PAOLO VIRZÌ
Wyoming style
Ovosodo rimarrà sempre Ovosodo: opera terza di Paolo Virzì, il film ha la propria forza nella freschezza e nella genuinità, come solo l’approccio di un giovane regista può essere. Sceneggiato insieme a Furio Scarpelli, il film racconta le avventure di Piero, ragazzo di una borgata livornese (da cui il titolo del lungometraggio), alle prese con la scoperta del mondo.
Suo compagno di strada e suo apripista è Tommaso, un ragazzo più grande, bocciato così tante volte da diplomarsi insieme a Piero. Tommaso è un ribelle come se ne vedono tanti: tutto esperienze ed emozioni forti, ma con un padre ricco e dispotico dietro le spalle, pronto a indirizzare il futuro del figlio. Piero, invece, il padre non ce l’ha più, così la sua amicizia con Tommaso diventa il suo mezzo per scoprire un mondo esterno alla sua vita domestica, legata a doppio filo alla figura della madre. A tratti sboccato e poco rifinito, Ovosodo presenta tante occasioni per ridere e riflettere, senza incappare in quella patina patetica e buonista che spesso ammanta le commedie di questo stile. Ma non per questo si può definire un film inadatto ai palati più fini, perché sa rendere il retrogusto amaro che pervade un periodo, una borgata e una situazione familiare da cui è arduo uscire. La soluzione migliore, in questi casi, è riuscire a cogliere tutto il meglio che si può ricavare da ogni circostanza e, forse, la vita riserverà qualche sorpresa. A pensarla diversamente, invece, è la popolazione con più mezzi, che la via di fuga più redditizia la individua (ancora) nel sogno americano. Qui Virzì mette sul piatto una immediatezza che poi s’è via via persa nel tempo coi titoli successivi. Se per esempio guardiamo al ritorno alla città natale di La prima cosa bella − corre un decennio tra i due film − è evidente come gli angoli si siano smussati, lo sfondo umano e urbano si sia inaridito e la resa cinematografica abbia perso il suo mordente. Il modo di fare cinema del regista livornese si è adattato a un cammino più raffinato e, allo stesso tempo, più anonimo, senza però perdere totalmente la sua riconoscibilità. Poco importa se lo stile è sgraziato e il montaggio è un po’ naïf: il fatto che il film sia entrato nell’immaginario collettivo è un dato di fatto. Forse grazie alla facilità con cui ci si immedesima in questi liceali, divisi tra afose aule scolastiche e voglia di fare e di vivere. E poi, diciamoci la verità, quel “Wyoming” rimane ancora come una chimera da scoprire.
Ovosodo [Italia 1997] REGIA Paolo Virzì.
CAST Edoardo Gabbriellini, Marco Cocci, Nicoletta Braschi, Claudia Pandolfi, Regina Orioli.
SCENEGGIATURA Francesco Bruni, Paolo Virzì, Furio Scarpelli. FOTOGRAFIA Italo Petriccione. MUSICHE Battista Lena, Snaporaz.
Commedia, durata 103 minuti.