SPECIALE FILM DI NATALE, II PARTE
L’illusione necessaria
Nel giorno della vigilia di Natale un misterioso personaggio, rassomigliante in tutto e per tutto a Babbo Natale, fa il suo ingresso tra le strade di New York. Lui è Kris Kringle: anziano paziente di una casa di cura oppure Santa Claus in persona? Il dilemma sembra non importare al proprietario dei magazzini Macy’s che lo assolda senza sapere che da quel momento in poi Kringle sarà la sua croce e delizia.
Kringle desta stupore sia per la sua scelta di indirizzare i genitori meno abbienti verso altri negozi più a buon mercato sia per la sua ferma convinzione di essere l’unico vero Babbo Natale. Ne nascerà una causa ma nemmeno il potere della Legge potrà fare luce su questo incredibile mistero. Siamo abituati a pensare al Natale cinematografico attraverso titoli come Mamma, ho perso l’aereo, Una poltrona per due, Il piccolo lord, film usciti dopo il 1980 nei quali già traspare il passaggio dal mito di Babbo Natale a quello del Natale in quanto festività. Con Il miracolo della 34a strada il regista e sceneggiatore George Seaton punta tutto sul primo, realizzando un’operetta morale e fantastica, divertente e sobria che ammicca a Capra ad un anno di distanza da un’altra favola natalizia, molto più drammatica, La vita è meravigliosa (1946). Il Babbo Natale interpretato da Edmund Gwenn, Oscar come miglior attore non protagonista, è una coscienza che aleggia fra i grandi magazzini e le grandi disillusioni americane. Certo, il ricordo della Seconda Guerra Mondiale è ancora troppo fresco per mettere in piedi una storia totalmente scollegata dalla praticità della vita reale ma gli americani devono riprendere fiducia nella magia, soprattutto a Natale. Da qui la scelta di Seaton e della scrittrice Valentine Davies di mantenere fin da ultimo l’ambiguità sulla reale identità di Kris Kringle. Fuori dalle visioni natalizie, la forza del film sta proprio nel riproporre con eleganza una serie di valori e punti cardinali necessari affinché il pubblico cominci ad uscire dallo spettro della guerra: l’efficientissimo sistema postale, la creazione di un nucleo familiare, il desiderio realizzato di una casa col giardino e, magari, anche una nuova nascita. Tra questi capisaldi dell’american way of life si inserisce la riscoperta dell’illusione necessaria, il Natale, del sogno ad occhi aperti che colpisce senza distinzione grandi e piccini. Di lì a poco l’America entrerà in un nuovo incubo questa volta interno al suo stesso sistema, il maccartismo, e l’attenzione, del cinema come di altri media, si sposterà verso nuove forme di narrazione molto più dure e disilluse. Ma, finché si può, è giusto credere con tutto il cuore a Babbo Natale.
Il miracolo della 34a strada [Miracle on 34th Street, USA 1947] REGIA George Seaton.
CAST Maureen O’Hara, Edmund Gwenn, John Payne, Gene Lockhart.
SCENEGGIATURA George Seaton. FOTOGRAFIA Lloyd Ahern, Charles G. Clarke. MUSICHE Cyril J. Mockridge.
Commedia/Fantastico, durata 96 minuti.