18 DICEMBRE, COMPLEANNO DI BRAD PITT
Il bello della morte
Brad Pitt da sempre ha scelto intelligentemente ruoli che alimentassero un’iconografia interpretativa mutevole, componendo una galleria estremamente diversificata ma allo stesso tempo riconoscibile nelle sue differenti incarnazioni.
Esaltato da un’aura di bello e impossibile/maledetto/idealista, partita da Thelma & Louise per esser una costante per buona parte nei film degli anni novanta, si è creato una solida base riconoscibile che gli ha permesso successivamente di giocare con il proprio ruolo di pura superficie scegliendo e creando personaggi inediti nell’aspettativa generale. Attore che di fatto è stato sempre ben consapevole della sua percezione al di fuori della scena, lavorando prima di tutto sulla rielaborazione della recitazione di se stesso, ha trovato negli ultimi anni come nei primi pellicole che ne coinvolgessero la pura superficie. In questo senso, nonostante la differenza di genere, Cogan – Killing Them Softly e Vi presento Joe Black non si distanziano molto nella rappresentazione di ruoli svuotati di profondità, che vivono di una pura apparenza scenica. Il film di Andrew Dominik condensa tutta la figura di Cogan in un comportamento sempre identico a se stesso, senza mai variare vestiario o atteggiamento, diventando una radicale rappresentazione feticista del gangster contemporaneo. Joe Black allo stesso modo è una figura bloccata nell’apparenza di un’eleganza mai troppo seriosa grazie alla capigliatura e al sorriso sornione propria della morte in vacanza nel mondo dell’uomo. Nonostante la prolissità della pellicola il personaggio vive e viene ricordato più per gli sguardi di ricezione alla vita, apparendo come un bambino pieno della realtà che osserva per la prima volta. È un personaggio che si svuota dalle parole sulla vita, la morte e l’amore per essere pura figura incantatoria apparente all’interno di un racconto romantico, e ciò avviene attraverso il vuoto conoscitivo che differenzia la percezione narrativa completa dello spettatore da quella deficitaria della protagonista. Una love story che come non mai si sorregge sull’interpretazione dei due attori protagonisti, e che nel caso di Brad Pitt dimostra la scelta di un’interpretazione che diventa iconografica nel suo fascino irresistibile e mortale: ruolo spartiacque per l’identificazione successiva nella comune aspettativa di un attore che si mostra sempre come variazione attoriale di se stesso.
Vi presento Joe Black [Meet Joe Black, USA 1998] REGIA Martin Brest.
CAST Brad Pitt, Anthony Hopkins, Claire Forlani, Marcia Gay Harden.
SCENEGGIATURA Ron Osborn, Jeff Reno, Kevin Wade, Bo Goldman. FOTOGRAFIA Emmanuel Lubezki. MUSICHE Thomas Newman.
Drammatico, durata 180 minuti.