SPECIALE WOODY ALLEN, II PARTE
Rubacchiando momenti di gioia
Boris Yellnikoff, intrappolato nelle sue stesse credenze, in preda a continui attacchi di panico, pronto a suicidarsi lanciandosi dalla finestra, è un ex fisico in odore di Nobel. Cinico, sprezzante e sferzante, l’uomo, con pantaloncini corti e calzini bianchi, novello peripatetecico, zoppica nella sua Città, impartendo a bambini e ad adulti “poco adatti” lezioni di scacchi e di vita, figlie del catastrofismo e del pessimismo cosmico.
Questo ci racconta Basta che funzioni, il film che Woody Allen realizza dopo l’esilio europeo (Vicky Cristina Barcelona, Sogni e delitti, Scoop, Match Point). Il regista utilizza una vecchia sceneggiatura, pensata per Zero Mostel, morto nel 1977; a interpretare Boris Yellnikoff è Larry David – protagonista della serie Curb Your Enthusiasm: non c’è doppio migliore. Il cineasta indaga con occhio cinefilo i luoghi d’incontro (bar, ristoranti), l’appartamento del protagonista (messinscena frontale), come Orlo dell’Umano, tra riso e pianto, commedia e dramma, stupidità e intelligenza, e tutto questo all’interno di quel microcosmo il cui perno è Boris fino a quando non entrano in scena tutti gli altri personaggi. L’uomo incontra un giorno Melodie, e la fa entrare nella sua vita. Lui è Genio con una visione d’insieme, lei un “vermetto”, deliziosa e adorabile “cretina”, figlia di clichè usurati e concorsi di bellezza. Allen, nei dialoghi sagaci e pessimisti tra i due, innamorati per caso, inserisce tutta la sua ironia yiddish e la sua pessimistica concezione del mondo, delle cose, delle persone: il mondo soggiace alla stupidità umana; le cose, pedine inanimate, sono funzionali alle persone, le persone sono in balìa di quello stesso caso e di quella stessa stupidità di cui sopra. In tutto il film, diventando morale, serpeggia, giganteggia la teoria di Boris secondo la quale “basta che funzioni”. Alla fine gli egoisti, avidi, codardi, miopi devono trovare un briciolo di piacere in questa camera degli orrori, rubacchiare un attimo di gioia in questo “uomo contro uomo”, in questo “inutile buio caos”. Melodie e gli altri sono sì vermi, ma teneri e terrorizzati, che bramano di incontrare qualcuno, trovare la propria strada, intrappolati come sono in questo saliscendi emotivo-esistenziale che è l’universo. Allen/Boris interpella proprio noi, abbattendo la quarta parete (come non pensare a Io e Annie), creando un legame maestro-discepolo per dirci: nessun ingegno umano può contro la Fortuna.
Basta che funzioni [Whatever Works, USA 2009] REGIA Woody Allen.
CAST Larry David, Evan Rachel Wood, Patricia Clarkson, Henry Cavill.
SCENEGGIATURA Woody Allen. FOTOGRAFIA Harris Savides. MONTAGGIO Alisa Lepselter.
Commedia, durata 92 minuti.