Premio Sergio Amidei, Gorizia 14-23 luglio 2011
ITALIA, 2009
Soldati
“Fighting on arrival, fighting for survival” cantava Bob Marley in Buffalo Soldier. Questi soldati, sono i membri della 92° divisione dell’esercito statunitense, le truppe afro-americane, anch’esse spedite a combattere durante il secondo conflitto mondiale.
In Italia, precisamente in Toscana, nasce il regista di origine ghanese Fred Kudjo Kuwornu, che ha voluto raccontare la storia di questa divisione armata americana, ancora poco conosciuta e che lui ha scoperto durante le riprese del film di Spike Lee Miracolo a Sant’Anna.
Nel 1940 la discriminazione era ancora la legge dominante negli Stati Uniti. Bianchi e neri vivevano separati, c’erano luoghi esclusivamente riservati all’uno e all’altro: erano gli afroamericani a doversi sedere in fondo all’autobus, a dover usare delle entrate secondarie in alcuni locali. Ma quando il conflitto europeo diventa mondiale con Pearl Harbor, agli americani di colore è concesso di arruolarsi nell’esercito. Così chi per volontà, disperazione o costrizione, diventa combattente nelle due nuove divisioni di soldati: esclusivamente composte per i black-soldiers. I comandanti invece saranno sempre dei bianchi, del sud e razzisti.
Inside Buffalo parte da questa commovente storia per raccontarci la vicenda di alcuni valorosi soldati afroamericani in Toscana e il loro rapporto fraterno con la popolazione del luogo, dove vengono mandati a combattere sul fronte della pericolosa “linea gotica”. Il breve addestramento e gli scarsi mezzi concessi a questi soldati saranno causa di migliaia di vittime innocenti. Attraverso immagini di repertorio e alcuni inserti poco credibili di docu-fiction, Kuwornu ricama le file di questa vicenda dimenticata. Si nota però molta ingenuità nel montaggio delle sequenze, inframmezzate da interviste di reduci afroamericani, partigiani e alcuni attori del film Miracolo a Sant’anna. Spiazza del tutto la parte finale, che diventa con un climax, sospinta dalle musiche, un inutile elogio della parte politica democratica americana. Le parole di Obama, simbolo sì di un finale e meritato orgoglio di quell’America schiavizzata e poi discriminata, sembrano in realtà oggetto di una campagna gratuita al suo partito. L’America è cambiata, i buffalo soldiers sono stati finalmente premiati per il loro valore, ma nel documentario storico la retorica è da evitare.