For the “Greater Good”?
A Hollywood qualcuno avrà storto il naso ma era solo questione di tempo (poco) perché “il caso Edward Snowden” passasse dall’arena degli scoop giornalistici alle rivisitazioni in pieno stile spy-story. Nella gara all’idea più originale, è arrivato prima il piccolo schermo – quello, per intenderci, del web a firma YouTube – con un cortometraggio di cinque minuti e ventitré secondi che è un “hint” di pregevole sintesi e sottintesi di una storia complessa e iper-reale come solo la realtà, a volte, può essere.
Vile traditore in attesa di giudizio per alcuni (americani, per lo più), temerario difensore di basilari diritti umani (privacy, libertà di espressione) per altri, Edward Snowden diventa un personaggio pubblico in seguito a delle dichiarazioni rilasciate alla stampa su materiale classificato come “top secret” dal governo degli Stati Uniti. Secondo la testimonianza dell’ex agente CIA e consulente informatico, l’NSA, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza americana, avrebbe creato un “cluster” di programmi di sorveglianza speciali in seguito agli eventi dell’11 settembre 2001. Un enorme big brother con occhi e orecchie inseriti nei server delle più grandi società (sì, esatto: Google, Apple, Facebook & Co) con l’unico scopo di raccogliere metadati da conversazioni telefoniche ed email. Roba da Jack Bauer e CTU. Se non fosse che questa è la realtà, Snowden dixit. Il vaso di Pandora è aperto: la verità è dissezionata in una miriade di matrioske ricettacoli di azioni occulte e spionaggi al limite dell’illecito; si creano tensioni tra i vertici diplomatici di nazioni europee e gli Stati Uniti quando nel mirino di news e giornali entrano le intercettazioni compiute sui cellulari di capi di stato. Snowden, intanto, è il nuovo Assange: figura emblematica e sfuggente, si tramuta in voce contro il Sistema, (anti)eroe solitario in un mondo dagli equilibri troppo fragili. E’ la dimensione emotiva dalla quale i quattro registi cinesi di Verax riprendono il loro protagonista, dopo i funzionari della CIA in riunione d’emergenza, una giovane giornalista alla ricerca via online della “talpa del Datagate”, e le forze di polizia di Hong Kong con alcuni funzionari del Ministero della Sicurezza cinese riuniti in un incontro “anomalo”. Avvenimenti che si succedono e sovrappongono, in una cornice musicale incalzante, ai limiti di un tempo buio e sospeso. “Abbiamo girato in modo scarno, con una mentalità da guerriglia” (Edwin Lee al Wall Street Journal). Potere del medium che di ellissi narrative sa fare virtù: i misteri restano tali, ma la verità è evocata con parole e immagini che invogliano alla ricerca, all’approfondimento. Oltre il gossip, oltre le polemiche, oltre Snowden stesso. Con un solo punto fermo: la libertà come valore imprescindibile da conquistare e difendere.
Verax: Edward Snowden [Verax, Cina 2013] REGIA Jeff Floro, Edwin Lee, Shawn Tse, Marcus Tsui.
CAST Andrew Cromeek, Edwin Chin, Thomas Easterling, Aibing Guo, Robert Hinson.
SCENEGGIATURA Edwin Lee, Marcus Tsui. FOTOGRAFIA Jeff Floro, Edwin Lee. MUSICHE Gareth Coker, Thomas Vo.
Cortometraggio, durata 5 minuti.