E se invece…
Parigi, oggi. Lei è in coma su un letto d’ospedale dopo un tentato suicidio, lui cerca di andare avanti con il loro figlioletto, l’altra richiama da Theran l’ex marito per farlo parlare con la figlia, avuta da un altro uomo, per capire la sua “distanza”: è Il passato, il nuovo energico film di Asghar Farhadi.
È ancora una donna, come nel precedente Una separazione, a tenere i fili della trama. Questa volta è inerme, ma riesce comunque a far scoppiare i legami e l’unità di una famiglia. Tutto ruota intorno a lei, se lei non avesse tentato il suicidio non sarebbe accaduto niente, se fosse stata in silenzio a subire il suo dolore i segreti sarebbero rimasti tali e le bugie avrebbero preso il sopravvento. È meglio fermarsi qui, non raccontare troppo della trama di Il passato perché è un thriller o se volete un giallo dei sentimenti, orchestrato con sapiente e delicata mano da Farhadi, con meno “anarchia” rispetto al suo film precedente ma con un pathos da brividi. Il passato è uno di quei film che ti lascia incollato alla poltrona, fatto di silenzi e di frasi non dette, o meglio, fuoriuscite con la forza di chi vuole capire ma ha paura. Fin dalla bellissima sequenza iniziale all’aeroporto in cui Marie, il personaggio interpretato da Bérénice Bejo Palma d’oro a Cannes, parla attraverso un vetro con l’ex marito Ahmad, si capisce che uno dei temi portanti è l’incomunicabilità, e che quel vetro fa parte del loro passato e forse futuro. Pur cercando di tenere anonima l’ambientazione e non affrontando i problemi d’oggi, Il passato è la pellicola perfetta per raccontarci: siamo ormai una società alla deriva che non riesce a costruire un futuro stabile se non infischiandosi delle vite altrui, se le nostre azioni danneggiano gli altri non importa, anzi, maggiore è la propria egoistica realizzazione. Solo il personaggio di Ahmad si salva: è un uomo che, anche se non obbligato, cerca di far quadrare il puzzle e di riunire i rapporti personali ormai consumati, pur costretto anche lui, nel finale, a soccombere alla realtà. Usciti dalla visione di Il passato alcune domande rimangono, anzi pian piano che i minuti passano ci si rende conto che c’è ancora molto da capire e che forse la risposta sta nelle parole e nei gesti di quei bambini che all’inizio sembravano solo subire… Ritornando indietro si potrebbe trovare un’altra soluzione al giallo e un brivido lungo la schiena ti fa capire che l’innocenza dell’infanzia è la miglior maschera per essere crudeli. Ma questa è solo un’ipotesi, la potenza del film di Fahradi sta in questo, ti fa pensare, ti lascia con dei dubbi, ti “spaventa” come dovrebbe fare ogni opera d’arte contemporanea. L’unica speranza rimane in una lacrima e in due mani che, forse, si stringono.
Il passato [Le passé, Francia/Italia 2013] REGIA Asghar Farhadi
CAST Bérénice Bejo, Tahar Rahim, Ali Mosaffa, Pauline Burlet, Elyes Aquis.
SCENEGGIATURA Asghar Farhadi. FOTOGRAFIA Mahmoud Kalari. MUSICHE Evqueni Galperine, Youli Galperine.
Drammatico, durata 130 minuti.