SPECIALE PAURA IN ALTO MARE!
Alieni abissali e mostri terrestri
Prendete un team di operai specializzati una missione rischiosa e un matrimonio in crisi. Nella finzione avrete Abyss, riuscito kolossal di fantascienza, classe 1989. Nella realtà, il regista James Cameron, la sua opera più personale e la moglie Gale Anne Hurd in veste di produttrice. In una classifica delle dieci produzioni più sofferte del cinema di Hollywood, Abyss troverebbe senz’atro un posto.
Girato tra blackout subacquei, continui incidenti e un divorzio in fieri, il quarto film di Cameron si avvale del suo ormai proverbiale perfezionismo. La trama è presto detta: un gruppo di operai di una piattaforma petrolifera è incaricato dal governo americano di accompagnare una squadra della Navy SEAL a recuperare un sottomarino affondato, armato di missili nucleari. Affiancati da Lindsey Brigman, progettista della piattaforma ed ex moglie del protagonista, il gruppo dovrà vedersela con misteriose creature aliene, per scoprire che il vero pericolo sono le più note mostruosità terrestri. Se il manipolo di eroici manovali ricorda da vicino il successivo Armageddon – con tanto di lotta intestina tra esercito e civili – le assonanze finiscono qui. Il nazionalismo del film di Bay non trova spazio in quello di Cameron, dove l’elemento extraterrestre non è una minaccia da distruggere ma uno specchio cosciente delle azioni umane. “Se guardi dentro l’abisso, l’abisso guarderà dentro di te”, recita Nietzsche in apertura. Il percorso che attende i protagonisti è dunque iniziatico e rivelatore. Non un lancio verso le stelle, ma una discesa in un ventre fluido, un’immersione progressiva in un abisso con leggi proprie. L’alieno è allora inteso come occasione di rinascita, comprensione di sé attraverso l’altro e confronto maieutico con il rimosso. All’interno della piattaforma l’Umanità la fa da padrone, con il suo carico di incomprensioni, concitazione e doppi fini. All’esterno regna l’immobilità delle profondità marine, con inspiegabili luminescenze come squarci di un altrove inaccessibile. Un’opposizione che Cameron sottolinea a livello estetico per poi costruirne il graduale superamento. Il risultato è un film che concilia la spettacolarità degli effetti speciali di Joe Letteri (lo stesso de Il Signore degli Anelli) con l’accuratezza di un realismo straordinario. Ma anche il frutto delle angosce di un’America che, nonostante la distensione della Guerra Fredda, avverte ancora lo spettro del passato bellico e il peso della propria politica interventista. Nell’edizione “director’s cut” gli alieni mostrano a Bud tutte le atrocità commesse dagli umani, ma decidono di perdonarli perché hanno visto in lui la speranza di una presa di coscienza. Come sostiene Lindsey, “ognuno vede quello che vuol vedere”.
Abyss [The Abyss, USA 1989] REGIA James Cameron.
CAST Ed Harris, Mary Elyzabeth Mastrantonio, Michael Biehn, Leo Burmester.
SCENEGGIATURA James Cameron. FOTOGRAFIA Mikael Salomon. MUSICHE Alan Silvestri.
Drammatico/Fantascienza, durata 146 minuti.