Un favola tra mare, musica e…
Prendiamo l’eclettico Rocco Papaleo, amato per il suo talento creativo e poeticamente “dissociato” da pubblico e critica: attore, regista, scrittore, conduttore tv (si pensi al Festival di Sanremo); prendiamolo con la sua ironia stanca, lunare e naif e mettiamolo dietro e davanti la macchina da presa, e addirittura prima – suo il libro da cui è tratto il film.
Abbiamo così Una piccola impresa meridionale – seconda al successo di Basilicata coast to coast -, ballata tenace e malinconica, di terra e di (gente di) mare, di uomini ancorati alla tradizione, capaci di umana “pietà” e comprensione. Il Nostro, si cimenta nel racconto di un piccolo paese del meridione – la regionalità potrebbe essere un limite – e dei suoi abitanti tanto favolistici quanto surreali. C’è Costantino/Rocco Papaleo “tifoso di Dio” che, innamoratosi, si spreta. C’è Arturo/Riccardo Scamarcio che, lasciato dalla moglie Rosa Maria/Claudia Potenza per un’altra persona, deve riprendere in mano la sua vita. Osservatrice e giudice implacabile di tutto è Mamma Stella/Giuliana Lojodice, metafora dell’intera comunità sudista, che, disperata per la fuga della figlia, non riesce ad accettare anche la “svestizione” del figlio. Fulcro d’incontro/scontro, di morte/rinascita è il faro – unica possibilità di riscatto per questi felici outsider – in cui l’ex prete viene mandato dalla madre per espiare e nascondere le sue scelte, per sottrarsi al giudizio impietoso dei compaesani. Lo raggiungono poi tutti i teatranti di questa fantasia “marina”, il cornuto, l’ex prostituta, i componenti della ditta di muratori/restauratori (il circense Jennifer, il padre/manager Raffaele e la piccola Mela) e, a poco a poco, si svelano verità scomode, sogni irrealizzati, scommesse su di sé e sugli altri. Contrappunto di emozioni e vicende sono sia il mare, sconfinato orizzonte, che, aprendosi, purifica, libera, “divinamente” lambisce, salva, porta via, sia la musica, viva e vibrante (la pioggia dà inizio a una variazione “intellettuale” e sofisticata che vede Scamarcio musicante in tre e quattro quarti, si canta a squarcia gola Sole spento, per esprimere la propria esuberante sensualità, ma anche l’appartenenza ad un gruppo). Tra menzogna e verità, detto e non detto, pregiudizio e accettazione, l’opera di Papaleo, ci insegna, pur con sbavature e una certa sovrabbondanza, che può esistere ancora una commedia intelligente, garbata e raffinata.
Una piccola impresa meridionale [Italia 2013] REGIA Rocco Papaleo.
CAST Rocco Papaleo, Riccardo Scamarcio, Barbora Bobulova, Sarah Felberbaum.
SCENEGGIATURA Valter Cupo, Rocco Papaleo (tratto dall’omonimo romanzo). FOTOGRAFIA Fabio Zamarion. MUSICHE Rita Marcotulli.
Commedia, durata 103 minuti.