OMAGGIO A CARLO LIZZANI
Cinquant’anni e non sentirli
Riscoprire un’opera come La vita agra, in occasione della scomparsa del suo autore, comunica un senso di déjà-vu. Certo non per la sua forma antiquata, sepolta ormai in un passato cinematografico che fa sembrare grottesca questa commedia, debitrice in varia misura del Neorealismo e della Nouvelle Vague, così lontana dal nostro gusto.
Tratto dall’omonimo libro di Luciano Bianciardi – una satira amara sulla Milano del boom –, il film di Carlo Lizzani ha un che di visionario se si va appunto al di là del suo esprimersi desueto, prigioniero com’è di un affiorante schematismo e indulgente persino in qualche “effetto” di troppo. Ingenua quanto si vuole nella tentata adesione della parola letteraria al testo filmico, per nulla cattiva nell’eludere la tipica drammaticità sottesa alla commedia all’italiana, La vita agra ha però il merito di parlare una lingua universale. Grazie al suo intuito per le costanti che sopravvivono al progredire della Storia, Lizzani individua proprio nella cronaca quotidiana e nella stringente attualità un canovaccio replicabile all’infinito. La vita agra vorrebbe denunciare lo spirito di un’epoca circoscrivibile al miracolo economico ma, forse inconsapevolmente, ci proietta al di là del suo tempo. Basti vedere cosa sono diventati, a mezzo secolo di distanza, i grandi centri urbani e le periferie “marziane” sondate col bisturi in un film che ha il sapore di un’inchiesta sociologica. Osservatorio privilegiato dei mutamenti nazionali, Milano, come se l’orologio si fosse fermato, vive le stesse inquietudini esistenziali della città conosciuta da Lizzani e tanto odiata da Bianciardi, in un panorama però decisamente meno sognante e carico di promesse. A crollare non è stata solo l’utopia dell’integrazione, da barattare con l’anonimato e la solitudine, defunta subito dopo la sua formulazione alla fine degli anni Sessanta; in un periodo di crisi diffusa e trasversale, è anche il miraggio di un benessere da moltiplicare oltre ogni limite a venir meno. Soltanto che, questo tuffo nel passato insegna, i germi della nostra decadenza sono molto più antichi.
La vita agra [Italia 1964] REGIA Carlo Lizzani.
CAST Ugo Tognazzi, Giovanna Ralli, Rossana Martini.
SCENEGGIATURA Sergio Amidei, Luciano Vincenzoni, Carlo Lizzani (tratta dall’omonimo libro di Luciano Bianciardi). FOTOGRAFIA Enrico Menczer. MUSICHE Piero Piccioni.
Commedia, durata 100 minuti.