SPECIALE ALFONSO CUARÓN
Gioie e dolori di Finn, eroe moderno della classe media
Nato in un piccolo e remoto villaggio di pescatori della Florida e cresciuto dalla scompaginata sorella Maggie, il giovane Finnegan Bell riesce tutto sommato a vivere un’infanzia abbastanza serena nonostante la mancanza dell’affetto dei genitori.
Avendo sviluppato fin da bambino uno spiccato senso pittorico, trascorre le sue giornate a ritrarre la natura che lo circonda. Un talento innato che gli permetterà di superare i traumi adolescenziali dell’abbandono della sorella e del bizzarro incontro con un detenuto evaso da un carcere di massima sicurezza che lo obbliga a scortarlo in barca verso il Messico. Snobbato dall’unica parente rimastagli, il ragazzo si rifugia nell’affetto dello zio acquisito e nella strana amicizia che allaccia con la coetanea Estella, nipote della tanto ricca quanto scapestrata Nora Dinmoor, l’eccentrica inquilina che ha deciso da tempo di segregarsi nella villa “Paradiso Perduto”, una volta sfarzosa dimora oramai fatiscente. Alcuni anni dopo un misterioso benefattore gli darà l’opportunità di affermarsi nel circuito delle prestigiose gallerie d’arte della Grande Mela, dove spera di poter rintracciare Estella, suo primo amore mai dimenticato nonché sua musa. Grazie alle particolari atmosfere ricreate, nelle mani di Cuarón la celebre opera letteraria di Dickens non solo viene originalmente attualizzata ma prende nuova vita. Nel film, l’intrecciarsi del destino del carismatico Finn assieme a quello della caparbia Estella viene contestualizzato in una realtà che non di rado poi sconfina in una dimensione irreale, a tratti perfino onirica. Qualcosa a cui il cineasta ci aveva già piacevolmente abituati ne La piccola principessa − altra sua opera ispirata, non a caso, alla letteratura – in cui si respira pure una simile atmosfera da fiaba che sembra attestarsi in una dimensione spazio-temporale immanente. Mentre assistiamo alle pulsioni e ai turbamenti di Finn, ai sui tentativi di realizzare i sogni nel cassetto e di liberarsi dalla gabbia dorata in cui l’ha relegato la capricciosa ereditiera Dinmoor, alla quale interessa principalmente vendicarsi del torto amoroso subito in gioventù e insegnare all’imperturbabile nipote come rimanere nella terra franca dei sentimenti e contemporaneamente a giocare con gli uomini proprio come fa il gatto con il topo (ma non a mettere in conto le possibili conseguenze che ciò potrebbe avere sul cuore sia della preda che del predatore), non possiamo che provare simpatia e tifare per lui.
Paradiso perduto [Great Expectations, USA 1998] REGIA Alfonso Cuarón.
CAST Ethan Hawke, Gwyneth Paltrow, Robert De Niro, Chris Cooper, Anne Bancroft.
SCENEGGIATURA Mitch Glazer (tratta dal romanzo Grandi speranze di Charles Dickens). FOTOGRAFIA Emmanuel Lubezki. MUSICHE Patrick Doyle.
Drammatico, durata 110 minuti.