18 SETTEMBRE, COMPLEANNO DI GRETA GARBO
Mistero divino
Gli uomini muoiono per lei. Letteralmente. Ma Mata Hari è tanto magnifica quanto inafferrabile, manipolatrice come ogni spia che si rispetti, irraggiungibile come la classe di Greta Garbo.
Della carriera della Divina, Mata Hari di George Fitzmaurice segnò una tappa imprescindibile. Il personaggio della spia russa più affascinante della storia le si modella addosso con la stessa letale avvenenza dei costumi di Adrian. Il resto è semplicemente lei − la “fata severa”, come la definì Fellini − che scivola nello spazio con grazia disinvolta o lo crea a partire dai movimenti fluidi. Splendida perché fiera, irresistibile per noncuranza, la Mata Hari della Garbo non è che uno dei molti ruoli che la vogliono in veste di seduttrice, ma che, indossati dall’attrice svedese, conquistano ben presto lo status di icone. Forse perchè la Garbo − a suo dire avversa a quelle parti da femme fatale − le fregiava di orgogliosa indipendenza. Il contegno che la distinse anche nel privato, nonostante l’attenzione di gossip e rotocalchi, sembra riflettersi nei suoi personaggi ammantandoli di fascino androgino. Ispirato al romanzo di Thomas Coulson, Mata Hari non brilla né per tecnica né per copione. Ma la performance della Garbo apporta un allure di modernità che stravolge la banale tragicità del melodramma. Il sacrificio della spia che, scoperto l’amore per il giovane Alexis, vi si immola pentita del suo gioco poteva risolversi nel più trito dei romanticismi. Eppure il personaggio della Garbo incarna a tal punto la propria indipendenza che l’epilogo si rivela, piuttosto, la conferma della sua incompatibilità con ogni tipo di compromesso. Non mancano alcune scene memorabili, come la sequenza del ballo esotico, o quella in cui Mata costringe Alexis ad anteporre il culto di lei alla devozione per la Madonna. Nessuna, tuttavia, prescinde da Greta Garbo. Con la sua ingombrante grandezza devono fare i conti tanto Ramon Novarro, improbabile tenente russo, quanto Lionel Barrymore nei panni del geloso generale Shubin. Il sofferto commiato finale, con Novarro annullato dall’anonimo bendaggio, è emblematico di un confronto impari fin dal momento del primo incontro.
Mata Hari [id., USA 1931] REGIA George Fitzmaurice.
CAST Greta Garbo, Ramon Novarro, Lionel Barrymore, Lewis Stone.
SCENEGGIATURA Benjamin Glazer, Leo Birinsky. FOTOGRAFIA William H. Daniels. MUSICHE William Axt.
Drammatico, durata 89 minuti.