SPECIALE 70a MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA
Regione di confine
Esiste davvero un luogo migliore di un altro per osservare appieno la vita che scorre? Sbirciare da dietro la tenda di una finestra, scendere per strada completamente esposti, proteggersi sfruttando un buio seminterrato, approfittare dell’altezza di un terrazzo situato sul tetto di un palazzo?
Merzak Allouache decide di schierarsi con i sostenitori di quest’ultimo punto di vista, facendo salire la macchina da presa fino a dominare l’interezza di Algeri, sua città natale, calma apparente, isola felice del mondo arabo in subbuglio. La violenza e la morte sono solo in apparenza fatti lontani, aggrappati alla terra, all’asfalto: come miasmi velenosi salgono le scale, si arrampicano sui muri, fino a invadere il rifugio sicuro che erano quelle terrazze sopraelevate. L’ascesa è graduale, segue l’incedere di un giorno qualunque senza essere legata alla tirannia delle ore, piuttosto si lascia accompagnare dal sacro ritmo dei cinque momenti della preghiera islamica. All’interno trovano spazio altrettante storie, senza soluzione di continuità l’una con l’altra, in comune solamente l’ambientazione rialzata e la persistente amarezza che affligge i personaggi. C’è chi suona, chi cresce, chi si perde, chi si nasconde, vive, ama, muore, sopravvive: sono tutti modelli, sagome in rappresentanza di centinaia di altri casi affini che si consumano quotidianamente in città. Les Terrasses veste i panni del narratore, è un’opera che non si mette fretta nel voler arrivare alla propria conclusione, e per fortuita coincidenza è anche l’ultimo dei film in concorso alla 70a Mostra Internazionale di Cinema di Venezia a essere presentato al pubblico. Non ha interessi a seguire logiche già predisposte: il fatto che l’avanzare della notte porti all’apice della disperazione è un dettaglio naturale, eppure questo non significa che ogni storia abbia esaurito il proprio potenziale. La vicenda dell’anziana donna che vive abusivamente in una baracca sul tetto di un palazzo qualunque è, in questo senso, il caso più esplicito, capace di aggiungere a una situazione miserabile una risoluzione tragicomica del tutto inaspettata. Proprio tale aspetto può essere letto come l’ultimo barlume di speranza che rimane anche quando tutte le luci della città si sono spente, quando gli altri personaggi sono stati sopraffatti dal destino, dal fato, dalla vita in generale. Perché l’uomo desidera elevarsi, allontanarsi dalla velenosa corruzione che lui stesso ha creato trovando rifugio sull’ultimo gradino che lo separa dal cielo: qui inciampa e cade pesante, corpo morto che deve tornare alla terra.
Les Terrasses [Es-Stouh, Algeria/Francia 2013] REGIA Merzak Allouache.
CAST Adila Bendimerad, Nassima Belmihoub, Ahcene Benzerari, Aïssa Chouat, Mourad Khen, Amal Kateb, Adlen Djemim.
SCENEGGIATURA Merzak Allouache. FOTOGRAFIA Frederic Derrien.
Drammatico, durata 91 minuti.