Italia, oggi
“Era essenziale far capire al pubblico cosa fosse la speculazione edilizia, quali regole la governassero, quali interessi individuali e quali coperture, agevolazioni e commistioni di potere ci fossero dietro” (Francesco Rosi). La comprensione alla base di tutto. Per scoperchiare le dinamiche di un meccanismo perverso. Quello del potere. Della corruzione. Dell’homo homini lupus.
Napoli, Vico S. Andrea. Una palazzina abitata crolla in pieno giorno in seguito a lavori di costruzione su suolo pubblico venduto a un’azienda di privati. La compravendita, conclusa dal Comune con la ditta dell’imprenditore Edoardo Nottola (Rod Steiger, magistrale), è uno schiaffo alla legalità: violazione palese del piano regolatore per favorire il business di un costruttore avido e senza scrupoli. Si apre una commissione d’inchiesta per individuare irregolarità nel rilascio della licenza edilizia e nell’esecuzione dei lavori. E si apre, con queste premesse, il racconto d’inchiesta di Le mani sulla città, viaggio di limpida indignazione nei gironi della politica collusa, degli interessi “particulari”, della speculazione e dell’assenza di moralità. Accordi stretti nell’ombra, ostruzionismo strumentale a intralciare la macchina della giustizia, bagarre tra politicanti digiuni di etica e senso della lealtà: il Sistema è un mostro occulto capace di digerire qualsiasi cosa – ribellioni, crisi di valori, tentativi di opposizione – una condizione di malgoverno che risponde alle esigenze di pochi sacrificando i diritti di molti. Il regista è maestro nell’uso di uno stile schietto, diretto e lineare, per mostrare una realtà che si srotola sotto gli occhi dello spettatore-testimone in tutte le sue derive e aberrazioni. La verità è resa incisiva dalla scelta di rifuggirne facili spettacolarizzazioni e dall’intelligenza di evitare la trappola del racconto in forma di ricatto ideologico: la realtà “parla” a chi, come Rosi, è in grado di coglierne il senso più profondo. Era il 1963 quando Venezia decise di premiare con il Leone d’Oro questa capacità di osservazione rivelatrice. Ma nonostante siano trascorsi esattamente cinquant’anni da quel riconoscimento, “un film di Francesco Rosi parla allo spettatore come se fosse un film del presente” (Roberto Saviano). Le mani sulla città è, ancora e più di sempre, l’Italia di oggi.
Le mani sulla città [Italia 1963] REGIA Francesco Rosi.
CAST Rod Steiger, Salvo Randone, Guido Alberti, Carlo Fermariello, Angelo D’Alessandro.
SCENEGGIATURA Enzo Forcella, Raffaele La Capria, Enzo Provenzale, Francesco Rosi. FOTOGRAFIA Gianni Di Venanzo. MUSICHE Piero Piccioni.
Drammatico, durata 105 minuti.