SPECIALE MARTIN SCORSESE
Se questo è un Dio
Gesù costruisce croci per i romani, si macchia del sangue del suo stesso popolo, soffre il suo destino come una condanna. “Non è il Vangelo” avverte Scorsese nei titoli di testa. Infatti è Kazantzakis. L’ultima tentazione di Cristo è il film che il regista trasse dal romanzo quasi omonimo dello scrittore greco.
In libreria non lo troverete – non è più in stampa dal 1984 – ma navigando nel web è possibile imbattersi in qualche copia superstite di questo libro sorprendente. Quello in cui Gesù, prima ancora del Figlio di Dio, prima ancora del Figlio dell’Uomo è semplicemente un uomo, pavido e incerto come tutti gli uomini e, proprio per questo, capace di grandezza. Kazantzakis non chiarisce mai del tutto se la missione di Gesù sia voluta da Dio o sia piuttosto il frutto visionario della sua follia. E proprio nel permanere di questa ambiguità, l’enormità della sua scelta e delle sue conseguenze appaiono paradossalmente più divine. Non sorprende che Scorsese sia rimasto conquistato dalla dualità di questo Cristo, condotto alla morte da quella che appare una mania narcisistica (“Fin da bambino gridavi ‘Mio Dio fammi Dio! Dio, Dio! Fammi Dio!’”) ma che si rivela un sacrificio divino in quanto capace di smuovere i popoli. Il suo film, sofferto fin dalla gestazione, scatenò le stesse critiche e accuse di blasfemia che avevano travolto il suo ascendente letterario. Eppure, per quanto poco ortodossa – perché imperfetta e tragicamente umana – la figura del “suo” Gesù perde in gran parte l’indecidibilità del romanzo in prima persona. Miracoli e apparizioni, materializzati sullo schermo, acquisiscono inevitabile oggettività, anche laddove la visione alterata del Cristo è suggerita, a livello formale, dai movimenti di macchina, dalla sospensione o dilatazione spazio-temporale e dalle note stranianti della colonna sonora di Peter Gabriel. Meno didascalico de Il messia di Rossellini (1975) ma lontano dalla perfezione estetica de Il vangelo secondo Matteo (Pasolini, 1964), il film di Scorsese vanta comunque sequenze suggestive, come nella messa in scena del delirio febbrile del Battista o in quella del confronto doloroso con Maria Maddalena. Menzione a parte merita il cast, dal Gesù, ora amabile e mansueto, ora terribile e adirato, di Willem Dafoe, al Giuda collerico e combattuto di Harvey Keitel, passando per un Ponzio Pilato con il volto di David Bowie. Ciascuno di loro fa propria la duplicità dell’animo umano, l’insanabile dicotomia tra scelta e dovere, tra un’anima che ambisce al cielo e un corpo affondato nella terra.
L’ultima tentazione di Cristo [The Last Temptation of Christ, USA 1988] REGIA Martin Scorsese. CAST Barbara Hershey, Harvey Keitel, Willem Dafoe, David Bowie. SCENEGGIATURA Paul Schrader. FOTOGRAFIA Michael Ballaus. MUSICHE Peter Gabriel. Drammatico, durata 164 minuti.