Jackman è sempre Wolverine, ma…
Wolverine, dopo aver ucciso l’amata Jean durante gli avvenimenti del precedente X-Men – Conflitto finale (2006), ha gettato alle spalle l’appartenenza alla squadra e vive ai margini tormentato da incubi e sensi di colpa. Trascinato in Giappone, incontra un vecchio ex soldato ora magnate informatico a cui aveva salvato la vita, che gli offre l’opportunità di rinunciare all’immortalità per diventare un normale umano.
Ovviamente, l’offerta giunge in un momento alquanto inopportuno e non è certo avanzata per pura bontà… Fedele alla tradizione che da qualche anno ci presenta i supereroi come complessati e paranoici difensori della giustizia (dal Batman di Nolan alla new entry d’acciaio di Zack Snyder, tanto per citarne due), questo film cerca di incrementare un sentimentalismo che nel film precedente X-Men le origini – Wolverine (2009) scivolava con naturalezza in mezzo a vorticose scene d’azione, regalandoci quasi per caso un ritratto di uno fra i supereroi più umani e complessi di sempre. La magia non si ripete, rimanendo l’indagine sulla bestialità wolveriniana relegata alla prima parte del film e con la seconda che lascia il retrogusto amaro di un Giappone il cui bacino di cultura e tradizioni non viene sfruttato a dovere. Eppur, il film, si muove. Merito di Hugh Jackman, che si ricorda di avere una mimica sotto i muscoli e i basettoni, e che ricopre per l’ennesima volta con naturalezza quello che è, e probabilmente sarà, il suo ruolo più caratterizzante. Magnetico quanto basta, non perde occasione per esibire destrezza ed espressioni smarrite all’occorrenza, inscenando con verosimiglianza ed un’apprezzabile ruvidezza l’eterno dilemma del suo personaggio, quello di un X-Men costantemente in lotta con la parte animalesca, i cui confini tra natura umana e bestiale si assottigliano ad ogni perdita subita e ad ogni ferita inferta. Poteva essere un film migliore se solo ci si fosse spinti più a fondo nel personaggio anzichè accontentarsi di riproporre il binomio muscoli ed adrenalina, ma tutto sommato per il critico è l’estate il periodo dell’anno in cui essere più buono e quindi il film risulta promosso. Pur con tutti i suoi difetti diverte e coinvolge a sufficienza tra combattimenti di samurai, rivelazioni e battaglie a tutta velocità, cose non da poco se siete tra i rari, affezionati frequentatori di sale cinematografiche estive.
Wolverine – L’Immortale [The Wolverine, USA/Italia/Australia 2013] REGIA James Mangold.
CAST Hugh Jackman, Will Yun Lee, Hal Yamanouchi, Hiroyuki Sanada, Famke Janssen.
SCENEGGIATURA Christopher McQuarrie, Mark Bomback, Scott Frank. FOTOGRAFIA Amir Mokri. MUSICHE Marco Beltrami.
Supereroico/Avventura/Azione, durata 126 minuti.