Il Cinema Ritrovato, XXVII Edizione, 29 giugno – 6 luglio 2013, Bologna
Poetica della trasparenza
Proprio come il protagonista di East Side, West Side, Allan Dwan ha studiato ingegneria. Non a caso una delle qualità più evidenti nei suoi film è proprio l’equilibrio, di perfezione matematica, nelle scelte di regia. Un raro e ammirevole talento di narratore classico, che gli ha permesso di girare più di 400 film, nel corso di una carriera lunghissima, iniziata ai tempi del muto, all’insegna della versatilità, dell’affidabilità e di una rapidità nel portare a termine il lavoro, invidiata persino da Howard Hawks.
Come i grandi registi del muto, Dwan è artefice di un cinema estremamente visivo, dove le immagini bastano da sole a portare avanti il racconto con efficacia. Non per questo, però, i suoi film sonori risultano meno validi: il ritmo dei brillanti e ironici botta e risposta è, senza dubbio, uno dei pregi di pellicole come Fifteen Maiden Lane, Up in Mabel’s Room, The Inside Story.
Gran costruttore di spazi, Dwan vi inserisce con precisione notevole i suoi personaggi, facendoli transitare vorticosamente da una parte all’altra della città (East Side, West Side), da un continente all’altro (Rendezvous with Annie), o da una stanza all’altra (Up in Mabel’s Room). Con la stessa disinvoltura con cui passano di mano in mano la mappa dell’oro in Tennessee’s Partner, i diamanti di Fifteen Maiden Lane, il denaro di The Inside Story, la sottoveste compromettente di Up in Mabel’s Room, infine l’irresistibile e buffissima Gloria Swanson di quel film, particolarmente riuscito, intitolato proprio Manhandled.
La ribelle Tessie, protagonista di quest’ultimo titolo, è solo una delle eroine intelligenti e forti della filmografia di Dwan, dove la tradizionale distinzione tra donna angelicata e femme fatale – nell’atipico Most Dangerous Man Alive la “buona” si chiama Carla Angelo – viene rovesciata, a volte, come in Tennessee’s Partner, dove l’apparenza inganna il povero Cowpoke. Quest’ultimo, interpretato da Ronald Reagan, ha l’ingenuità del bravo ragazzo, come il Gary di Up in Mabel’s Room, definito, addirittura, “inoffensivo” e “babbeo”. Vittime predestinate dell’ipocrisia, della menzogna e dei sotterfugi, che caratterizzano la vita nella provincia americana. Recitare, fingersi qualcun altro, infatti, è ciò che fanno molti personaggi dei film di Dwan. Per esempio, il cattivo di Silver Lode, che è, come Rendezvous with Annie, incentrato sullo svelamento della verità. Ed è proprio un continuo equivoco Up in Mabel’s Room, dove nel finale il russo Boris osa rivolgersi direttamente all’operatore. Ciononostante, Dwan rimane un ottimista, nella sua visione della realtà e dell’America. Lo dimostra East Side, West Side, che risolve la sua duplicità (due padri, due risse, due navi che affondano, due donne per il protagonista, due zone diverse della città), l’opposizione dei contrari, nel meraviglioso finale sulla città dei sogni, New York. Perché, come suggerisce la saggia Geraldine in The Inside Story, non bisogna mai “privare un uomo del suo sogno”.