SPECIALE TEAM APATOW
La comicità del disagio
L’umorismo non è solo una chimera che ognuno pensa di possedere ma che in realtà è un dono concesso ad una minoranza di fortunati; molto spesso, perlomeno in un determinato tipo di comicità, si mostra anche come l’altra faccia della medaglia della malinconia, dell’amarezza e – perché no? – della tragedia.
Frequentemente il motto di spirito e la gag visiva diventano una delle più genuine e pregnanti espressioni delle difficoltà della vita, dei paradossi dei rapporti umani, della stonatura tra individuo e contesto e della distanza tra personaggio e società, diventandone manifestazioni prima ancora che maniere di esorcizzarle. Su questo non sono mancate pagine e pagine di saggi e riflessioni, e sono scorsi fiumi di parole e di esempi. Uno dei più significativi degli ultimi anni è l’opera più ambiziosa, per obiettivi e durata (146 minuti), di Judd Apatow: Funny People, scritto e prodotto dal regista e interpretato da buona parte dei sodali del suo “clan”: Adam Sandler, Seth Rogen, Leslie Mann (moglie del regista), Jonah Hill e Jason Schwartzman. Funny People vuole fare il punto, a livello cinefilo come a livello “esistenziale”: il punto sulla tradizione comica ebraica, di cui costituisce una delle ultime tappe – parallelamente ad un altro esempio di “comicità del disagio”, quella di Wes Anderson, più vicina ad Apatow di quanto possa sembrare – di un percorso che ha lasciato testimonianze decisive e imprescindibili nella storia della commedia e del comico e che qui ritrova molti elementi fondanti. Intende poi fare il punto sull’autobiografia e sulle proprie esperienze. Non solo perché il personaggio interpretato da Rogen ricorda gli anni di gavetta fatti dallo stesso Apatow e il protagonista incarnato da Sandler ha più di un collegamento con la carriera del divo stesso: proprio il fatto che sia riunito quasi l’intero gruppo, parentele comprese, crea un cortocircuito e un continuo dialogo tra biografia e finzione, tra atmosfere trasmesse dal film e sensazioni che diventano plausibilmente reali. In questo modo, il demenziale e il “sessocentrismo” di molti dialoghi diventano spie che accompagnano la rappresentazione di un disagio innanzitutto esistenziale e poi di più vasta portata culturale, sostenendosi a vicenda con la continua amarezza di fondo. Certo, in 146 minuti non mancano lungaggini e momenti didascalici, e un paio di cose sarebbero state altrettanto chiare anche insistendoci un po’ meno: ciò toglie poco alla malinconica e alla irresistibile pregnanza delle “funny people” di Apatow, il quale otterrà il suo risultato migliore e più maturo con il fenomenale Questi sono i 40.
Funny People [Id., USA 2009] REGIA Judd Apatow.
CAST Adam Sandler, Seth Rogen, Leslie Mann, Jonah Hill, Eric Bana.
SCENEGGIATURA Judd Apatow. FOTOGRAFIA Janusz Kaminski. MUSICHE Michael Andrews, Jason Schwartzman.
Commedia/Drammatico, durata 146 minuti.