Corrado Guzzanti è tornato, ma non su Rieducational channel
Venerdì 10 giugno su Sky 1 è andato in onda Aniene, show che segna il ritorno di Corrado Guzzanti sul piccolo schermo con un programma proprio, dopo nove anni di assenza interrotti da quasi sempre memorabili comparsate.
L’assenza del comico romano dagli schermi televisivi aveva causato non poca nostalgia negli appassionati di satira televisiva. Soprattutto se si considera la trasformazione della sorella, molto meno dotata comicamente, in riconosciuta maestra dell’umorismo e in una versione femminile di Beppe Grillo: se Sabina è stata quindi, in un certo senso, “miracolata” dalla (ovviamente, gravissima) censura che colpì il suo comunque mediocre, sia a livello satirico che a livello più puramente “di divertimento”, programma, Corrado dopo il raffinato e cattivo Caso Scafroglia è rimasto ai margini della notorietà di massa, pur avendo sempre dimostrato una maggiore capacità ironica e una maggiore propensione a scatenare la risata.
Diciamo subito che il livello del programma è alto, superiore alla media corrente in televisione, ma inferiore ai suoi lavori precedenti. Alcuni personaggi non sono ben delineati, riuscendo un po’ stonati e poco incisivi: per esempio, “Aniene”, che da nome al format, è un supereroe un po’ grullo nato dall’unione di divinità nordiche e romane, che visivamente rimanda al recente Thor cinematografico, e che sembra una poco ispirata ripresa dello storico personaggio del giovane ignorante e sempliciotto Lorenzo. Così come non entusiasma il recupero di una delle sue maschere più conosciute, ma anche meno riuscite: l’annunciatrice Vulvia, con il suo tormentone “sapevatelo”.
Per il resto, troviamo la solita rappresentazione satirica perfida, raffinata anche quando tocca argomenti scatologici e corrivi, e non immediata, che richiede una conoscenza del contesto politico e anche storico non superficiale: vediamo così, in una sorta di rappresentazione di poteri forti e segreti al di sopra di tutto che è il filo conduttore del programma, l’imitazione di Licio Gelli vecchio e rincoglionito, e di un capo massone incappucciato che coordina le fila della politica e della mafia. L’approccio scelto dall’autore ricorda modelli alti come Swift, e provoca un sorriso costante e amaro piuttosto che la fragorosa risata saltuaria.
È quindi una comicità non per tutti, che rinuncia a battute su soggetti più immediati e di moda, e con la quale Guzzanti evita di apparire come un altro comico-profeta esaltato nelle piazze e nei comizi.
Non mancano però anche imitazioni di personaggi più celebri, anche essi però trattati nella maniera di cui sopra: il ministro degli esteri Frattini, e soprattutto Papa Benedetto XVI pagano che si rivolge alle divinità classiche per salvare la Chiesa dai recenti scandali, momento che se trasmesso dalla tv di stato avrebbe probabilmente creato polemiche sterili e fatto stracciare le vesti a politici e commentatori improvvisatisi moralisti.