Ballo noir
Ci sono film di cui bisogna avere il coraggio di parlare bene. Cha Cha Cha di Marco Risi, immeritevolmente confinato nel difficile territorio delle uscite estive – in un altro momento e nelle sale giuste avrebbe guadagnato il triplo, il quadruplo, o forse più – è un lavoro intellettualmente onesto e professionalmente appassionato, caratteristiche che non abitano il cinema romano da almeno un decennio, e questo uno spettatore, semplicemente, lo sente.
Ci saranno forse limiti, imperfezioni o rischi non completamente raggirati, ma questa operazione di genere, questo ritorno al poliziesco a tinte fosche senza retorica e senza presunzione, appare oggi un elemento di novità e rottura in una stagione piatta e deludente, durante la quale troppi pochi film, senza averne il merito, hanno catalizzato il dibattito sul cinema italiano. Uscendo da Cha cha cha si ha l’impressione di vivere nel paese più idiota del mondo, distributivamente parlando, perché è investendo sul successo di film come questo che la qualità media delle visioni si alzerebbe e il cinema d’autore avrebbe un po’ più di respiro e libertà. Troppa fatica, troppi rischi. Pazienza, consideriamo il film di Marco Risi una scommessa vinta e una bella sorpresa per i coraggiosi o fortunati inconsapevoli che si troveranno a guardarlo: certo, i canoni del genere zoppicano qua e là, manca forse quel sottotesto di realtà, che sia cronaca o storia recente, molto spesso determinante nella riuscita del noir in quanto immaginario. Ma nella sua libertà il film stupisce per compattezza visiva, solidità registica, ritmo narrativo – c’è qualcosa di equamente carpito dal cinema classico e dalla serialità americana – e intensità delle interpretazioni: la dignità incredibile di Luca Argentero con la faccia finalmente sfasciata, la sorpresa di Eva Herzigova alla prima prova da protagonista (“dive” nostrane, prendete appunti), l’intelligente scelta di Pippo Delbono, consapevole del suo carisma antinaturalistico, e Claudio Amendola, assetato di cinema dopo secoli di tv spazzatura. Corpi e maschere e respiri carichi di spessore e sapientemente guidati. Ci si emoziona, ci si diverte, è liberatorio, la voglia di nutrirsi di queste atmosfere supera le esitazioni del mistero narrativo che le abita. Marco Risi conosce Roma e la restituisce in modo clamoroso, anche quando è sullo sfondo o fuori fuoco: una Roma cinica e notturna, sorvegliata e intercettata, un viscidume criminale figlio dello Stato sopra il quale bisogna sapersi muovere con leggerezza e agilità, come con passi lievi bisogna imparare a ballare il cha cha cha.
Cha Cha Cha [id., Italia 2013] REGIA Marco Risi.
CAST Luca Argentero, Eva Herzigova, Pippo Delbono, Claudio Amendola.
SCENEGGIATURA Marco Risi, Andrea Purgatori, Jim Carrington. FOTOGRAFIA Marco Onorato. MUSICHE Franco Piersanti.
Noir/thriller, durata 90 minuti.