È morta una stella
Beth, una ragazza il cui unico lavoro è spogliarsi per anziani clienti maniaci, decide di lasciare la provincia della Florida per diventare cameriera a Las Vegas. Qui entrerà nel giro delle scommesse, imparando il mestiere giorno dopo giorno sotto l’egida di Dink (Bruce Willis) di cui si innamorerà. Ma la moglie Tulip (Catherine Zeta-Jones) e Rosie (Vince Vaughn), un altro bookmaker fuori di testa, complicheranno non poco la sua ricerca di un piccolo angolo di paradiso nel mondo.
Mi trovo in difficoltà a recensire questo film come mai mi era successo da quando collaboro con Mediacritica. Questo perché Una ragazza a Las Vegas, diretta dal vecchio volpone Stephen Frears, non ha niente che possa essere riconducibile a una qualsivoglia forma di cinema narrativo. E’ un film sperimentale?, direte voi. Assolutamente no, è solo che a un certo punto qualcuno si è scordato di dare coerenza ai personaggi, di sviluppare una linea drammatica e di pensare (ma forse qui il tempo era giunto davvero agli sgoccioli) a battute che facessero ridere, anche solo per sfinimento.
In breve. Beth vuole fuggire dalla provincia per fare la cameriera ma nessuno la ostacola, anzi il padre (che appare in una sola scena) è felicissimo. A Las Vegas incontra due ragazze: “avete un lavoro per me?” “forse, ma non so se posso fidarmi”, “ti prego”, “ok”. Tutti la mettono in guardia sulla moglie di Dink, Tulip. Che problemi avrà? È gelosa. Fine del primo tempo. Il secondo tempo è riassumibile con questa mia piccola epifania: la ragazza si chiama Beth e in inglese “bet” vuol dire scommettere: ma dai! Come ci si può permettere, in tempi in cui Spielberg e Lucas faticano a distribuire a dovere i loro film, di produrre una commedia senza alcuna aspirazione e ispirazione, che non coinvolge, che non fa ridere e che finisce con qualcuno che deve segnare il canestro della vita? Non ha senso elucubrare sul mito della ragazza di provincia che cerca la sua via e si eleva (da È nata una stella a oggi sono passati almeno centomila film sul tema) e nemmeno sulle implicazioni sociali del gioco d’azzardo riassumibili con “girano tanti soldi, ma nessuno lo fa per arricchirsi”. Lo so, da Mediacritica vi aspettate sempre e giustamente una recensione obiettiva, competente, motivata, ma come reagireste se, al posto di un kit per costruire un barbecue, vi consegnassero una scatola con una forchetta, un cappello, un mazzo di carte, una gigantografia di Meg Ryan e un libretto con le istruzioni in macedone? Forse Mac Gyver saprebbe comunque montare il barbecue, ma dubito che riuscirebbe a ri-montare il film di Frears.
Una ragazza a Las Vegas [Lay the Favorite, USA 2012] REGIA Stephen Frears.
CAST Rebecca Hall, Bruce Willis, Catherine Zeta-Jones, Joshua Jackson, Vince Vaughn, Laura Prepon.
SCENEGGIATURA D.V. DeVincentis. FOTOGRAFIA Michael McDonough. MUSICHE James Symour Brett.
Commedia, durata 94 minuti.