22 MAGGIO 1998: PACE TRA PROTESTANTI E CATTOLICI IN IRLANDA DEL NORD
I can’t believe the news today
30 gennaio 1972: a Derry, Irlanda del Nord, gli impuniti parà dell’esercito britannico, sotto gli ordini di ufficiali che saranno decorati dalla regina, sparano proiettili veri sui manifestanti del Movimento per i diritti civili, provocando 13 morti e 14 feriti tra le migliaia di persone accorse a protestare per la libertà.
Paul Greengrass, con questo film vincitore dell’Orso d’oro a Berlino, ricostruisce quella domenica di sangue. E lo fa girando straordinarie, coese sequenze di scontri per le strade, con la macchina a mano addosso ai personaggi (suo tratto distintivo), immergendoci nell’azione con grande realismo anche sonoro, chiarezza e intensità, come forse solo a Michael Mann abbiamo visto fare, ma senza il lirismo e i ralenti del regista americano. Non è un caso che proprio Greengrass, prima della definitiva risurrezione artistica di James Bond, sia il principale artefice della rinascita dell’action movie spionistico, con i due episodi della saga di Jason Bourne da lui diretti. Per sfuggire alla noia e alla didascalicità da film impegnato ingessato, che in Bloody Sunday era un grosso rischio – come sempre quando ci si basa su fatti storici, particolarmente cruenti – Greengrass dimostra che è necessaria una regia adeguata, attenta sia alla veridicità delle vicende narrate e al rispetto degli eventi nel ricrearli, sia alle questioni di messa in quadro, impatto visivo e fruibilità (con buona pace della critica cinematografica contenutista). Ci preme segnalare inoltre, nel film di Greengrass, la struttura narrativa binaria fondata sul ritmo perfetto determinato dall’alternanza di sequenze sempre più brevi, man mano che ci si avvicina alla parte centrale della storia e separate da tradizionali dissolvenze in nero. Sequenze che mettono in parallelo e confrontano simmetricamente dinamiche simili, all’interno di entrambe le parti in lotta. Le due conferenze stampa, le due strategie, i due scettici (l’impotente commissario capo Frank Lagan e il lucido parà Lomas, che alla fine però si dimostrerà un codardo), i due gruppi di disobbedienti, l’arrivo dei giornalisti e quello dei soccorsi, i volti dei parenti delle vittime e quelli dei soldati che rendono conto dell’accaduto ai superiori. Un montaggio dialettico, che dimostra la capacità miracolosa del linguaggio cinematografico di trovare e rappresentare relazioni invisibili, superare le infinite contraddizioni dell’esistente. Anche quando la vita reale sembra dominata fatalmente da incomunicabilità e separazione.
Bloody Sunday [Id., Irlanda/Gran Bretagna 2002] REGIA Paul Greengrass.
CAST James Nesbitt, Allan Gildea, Declan Duddy, Nicholas Farrell.
SCENEGGIATURA Paul Greengrass. FOTOGRAFIA Ivan Strasburg. MUSICHE Dominic Muldowney.
Drammatico/Storico, durata 107 minuti.