SPECIALE ANIMAZIONE GIAPPONESE
Come i treni a vapore
Ambizioso e impegnato film kolossal, Steamboy è uno di quei titoli da far vedere a chi pensa ancora che l’animazione sia un genere rivolto esclusivamente ai bambini. La fantasia sfrenata di Katsuhiro Ôtomo, davvero senza limiti, qui si sposa con la minuziosa ricostruzione storica, dettagliatissima nei costumi e nel gigantismo delle scenografie, di Londra nella seconda metà dell’Ottocento.
L’effetto è sorprendente, soprattutto pensando che Steamboy è un film tutt’altro che statico, ricco di azione, scontri, incidenti, ritmo. La scena del treno, per esempio, non ha nulla da invidiare al miglior cinema action. Ma il film è anche un disaster movie, che impressiona nel mostrare interi quartieri della capitale inglese distrutti dagli scontri, generati durante l’Esposizione Universale, tra le diverse fazioni interessate ad impossessarsi delle magiche sfere a vapore, risorsa di energia straordinaria ma pericolosa, come sarà il nucleare nel secolo successivo. Inoltre, Steamboy contiene anche elementi di cinema bellico e del suo sottogenere aeronautico, in particolare. Le battaglie tra i bizzarri velivoli su cui viaggiano i protagonisti sono fra i momenti migliori del film, che però è soprattutto un racconto steampunk, pacifista e antimilitarista. Sembra essere il nonno Lloyd il personaggio più vicino alle idee dell’autore, nella sua contrarietà all’utilizzo militare delle scoperte scientifiche, ma lo spettatore condivide con il giovane Ray il punto di vista sugli eventi, scoprendo solo gradualmente gli interessi in gioco. Il padre Eddie, invece, dopo l’incidente, diventa una sorta di esaltato, rappresenta il lato oscuro e senza scrupoli della scienza, ma, con il suo braccio meccanico, è anche un vero cyborg alla Terminator. E con il cinema immersivo di James Cameron, Steamboy ha anche in comune la ricerca dell’immagine meravigliosa, l’utilizzo sensato e sapiente della tecnologia in paradossale contrasto con l’ideologia antitecnologica del film, ma anche una sceneggiatura e dei personaggi non sempre all’altezza: l’accumulo di finali non giova affatto e Scarlett O’Hara (il nome vi ricorda qualcuno?), oltre che insopportabile, è anche poco utile all’economia narrativa. Steamboy, insomma, è ancora figlio degli anni Ottanta, delle inquietudini di quel decennio. Tuttavia, il suo monito contro gli abusi della scienza è sempre attualissimo.
Steamboy [Suchîmubôi, Giappone 2004] REGIA Katsuhiro Ôtomo.
CAST (voci originali) Anne Suzuki, Masane Tsukayama, Katsuo Nakamura, Manami Konishi.
SCENEGGIATURA Sadayuki Murai, Katsuhiro Ôtomo. ART DIRECTOR Shinji Kimura. MUSICHE Steve Jablonsky.
Animazione, durata 126 minuti.