Americani (sovietici) a “finte” stelle e strisce
Fiducia, sentimento complicato e meraviglioso. Ci si fida del compagno, dei figli, dei colleghi, degli amici, della propria Nazione, si aprono le porte allo straniero, mostrandosi disarmati perchè fiducia vuol dire anche libertà. Tutto è più difficile se si parla di spie sovietiche, di KGB e FBI, di Russia e America.
Questo è la serie tv The Americans – ideata da Joe Weisberg, trasmessa dalla rete satellitare FX: tratta le vicende di due spie del KGB, Elizabeth/Keri Russell e Philip/Matthew Rhys, che si fingono sposati mentre operano su suolo americano degli anni ’80. Lei è algida, legata alla patria e alla causa, lui è fintamente e giovialmente yankee, pur adempiendo al suo compito. Il gioco si complica perchè hanno dei figli, terribilmente e paradossalmente americani e un vicino di casa, Stan/Noah Emmerich, agente dell’FBI, ma soprattutto perchè ad un certo punto i due iniziano a provare qualcosa l’uno per l’altra. È importante leggere questa serie tenendo sullo sfondo il magma di paure e dolore causato dall’11 settembre 2001: il nemico, la fiducia nell’altro, l’essere colpiti al cuore. L’11/9 ha cambiato il corso delle cose: gli americani, l’oriente, l’occidente, la visione del mondo. Anche per questo The Americans ha ancora più valore e tutto questo successo – il pilot, il 30 gennaio 2013, su FX, è stato seguito da 3.200.000 telespettatori. Il nemico non è qualcuno che viene da un altrove lontano e cattivo, è qualcuno che abita accanto a te, a cui chiedi lo zucchero la mattina. Elizebeth e Philip sono questo, il nemico “dietro l’angolo”, fanno i cittadini “normali”, invece sono spie crudeli, sono genitori amorevoli quanto severi di figli americani fino al midollo, ma sono anche acerrimi nemici di quel mondo a cui fingono di appartenere. Coprono di attenzioni la propria prole, ma usano come arma di scambio quella altrui. Come possiamo empatizzare con il Nemico? Perchè in fondo ci piacciono e addirittura vogliamo loro bene? Non è difficile capirlo: forte è la componente del family drama. Vengono naturalizzati, normalizzati: sì, sono spietati, disumani, ma fra le quattro mura domestiche sono proprio come noi. Lei sbatte contro la figlia tredicenne, che vuole comprarsi il reggiseno e bucarsi le orecchie, lui, da buon a-mericano, gioca a hockey con il figlio e a squash con Stan. Li vediamo soffrire per amore, essere gelosi, “denudarsi” e svelare le proprie fragilità (per lui lei, per lei i figli), sbagliare, tradire. Ci scopriamo parteggiare per i “cattivi”, mentre troviamo odiosi, quelli che dovrebbero essere i “buoni” – pensiamo a Stan, fino ad un certo punto intrappolato nella sua stessa mediocrità. The Americans è ben scritta e interpretata, tesa e avvincente, ricca di colpi di scena. Le spie non ci lasciano in pace, con i loro dubbi, le loro paure, i loro amori; ci colpiscono, ci commuovono, ci fanno star male, portano violenza, sesso, ricatti, travestimenti nella nostra vita, ma noi, alla nona di tredici puntate, siamo sempre dalla loro parte.
The Americans [Id.., Usa 2013] IDEATORE Joe Weisberg.
CAST Keri Russell, Matthew Rhys, Noah Emmerich, Maximiliano Hernández, Susan Misner, Holly Taylor, Keidrich Sellati.
Spionaggio/Drammatico, durata 45 minuti (episodio), stagione 1.