Donne nude
E’ evidente che il successo planetario di Girls è decisivo per comprendere l’humus culturale di una generazione. Non tanto per quell’estetica ostentatamente naturalista che già siamo abituati a vedere in una certa commedia americana (quella che ha come supervisore la figura di Judd Apatow, non a caso qui produttore), ma per la capacità degli autori di riproporre, in modo decisivo, le pratiche discorsive di una classe sociale.
Per farla breve, se i Social Network sono tempestati di classifiche dei migliori prodotti hipster, Girls si fregia con consapevolezza di questa etichetta, sciorinando modi, abitudini, stereotipi, con la competenza di un esperto. Se la prima stagione si presentava quale coacervo di dialoghi post-postmoderni, deliri intellettuali e incertezze borghesi basate sull’avvilimento per non riuscire a trovare un lavoro figo e retribuito, la seconda spinge fortemente il pedale della sessualità. Non che quest’ultimo frangente non sia presente nella prima, anzi, sono proprio sesso e rapporti amorosi a fare da basso continuo dirigendo il ritmo e il tono delle vicende. Il problema è che, nella seconda, il tutto viene elevato in potenza, ergendosi quale elemento primario per la costruzione del climax. “Tutte avranno un nuovo fidanzato” spiega Lena Dunham a David Letterman prima dell’inizio della stagione. Vero. Ma è vero anche questo nuovo fidanzato altro non è che un effimero escamotage per un ciclo all’insegna del libertinismo. C’è chi rompe (ce l’aspettavamo) con il matrimonio e se ne va per la sua strada, c’è chi vive all’ombra del proprio ex sperimentando, suo malgrado, nuove esperienze, c’è chi finalmente esperisce (non senza qualche brama fuori via) di una turbolenta vita di coppia. Ma soprattutto c’è il corpo nudo di Lena Dunham perennemente esibito. E’ infatti Hannah a dirigere l’orchestra del libertinismo. Unica protagonista di “One Man’s Trash”, il quinto episodio, si ritrova a passare un’intera giornata a casa di un ricco quarantenne sconosciuto. I due fanno sesso prima ancora di sapere uno il nome dell’altra, dopodiché passano il tempo quasi come coniugi, per poi probabilmente mai più rivedersi. E’ un episodio cardine quello sopraccitato; uno spartiacque che determina il tono da euforico, nella prima metà della stagione, a disforico. Da qui in poi l’impianto crolla: l’andare a letto con tutti si manifesta, in tutta evidenza, quale debolezza di carattere e ansia depressiva, la lussuria come qualcosa di effimero, artefatto, immorale. Non rimane che ritornare all’ovile. E’ un finale che pare ribadire, cinicamente, l’impossibilità della libertà sessuale. Il sesso, fuori dai rapporti solidi, porta inesorabilmente alla rovina. Una morale un po’ triste direi.
Girls [Id., USA 2012] IDEATORE Lena Dunham.
CAST Lena Dunham, Jemima Kirke, Allison Williams, Zosia Mamet.
Commedia/Drammatico, durata 30 minuti (episodio), stagioni 2