In questo piccolo e prezioso spazio in cui è concesso, una volta tanto, dar voce al racconto di una passione non necessariamente edificante, o particolarmente dotta, ecco un suggerimento a costo zero, per trascorrere in santa pace un giorno di ferie, una domenica piovosa, un paio di nottate insonni.
Prendete una serie tv. Non informatevi precedentemente sul suo successo o insuccesso, non chiedete a esperti o amici se l’hanno trovata interessante, creativa, innovativa ecc. ecc. Scaricatela, copiatela, salvatela oppure fate questo esperimento con House of Cards, la prima serie tv ad alto budget e alta qualità lanciata interamente (13 puntate che corrispondono alla prima stagione) dal servizio streaming Netflix il 1 febbraio 2013. L’importante è che sul vostro dispositivo di visione ci siano una decina di puntate che corrispondono circa a una giornata lavorativa di otto ore. Quelle saranno le vostre otto ore di immersione terapeutica, fate finta di essere in un resort (l’esperienza in solitudine è di gran lunga più efficace).
The Following (Fox, in onda da gennaio 2013) è, secondo chi scrive, una serie totalmente adatta a questo tipo di fruizione immersiva. Il protagonista è un eroe imperfetto, ex agente dell’FBI profondamente tormentato interpretato da Kevin Bacon; il villain è un ex professore di letteratura, grande conoscitore dell’opera omnia di Edgar Allan Poe e ora serial killer a tempo pieno; il genere è il crime drama (macabro e violentissimo); sullo sfondo si muove una società dominata dal potere della rete che vuole a tutti i costi dare un senso alla sua esistenza, nel bene o nel male importa poco.
The Following, scritto da Kevin Williamson, un maestro del thriller, è facile da seguire. Il pilota è addirittura didascalico: Joe Carroll (l’antagonista) spiega con la semplicità, la pulizia e la chiarezza che è propria ai migliori docenti, le tappe del viaggio (cfr. Campbell e Vogler per rimanere in ambito cine-televisivo) che dovrà intraprendere Ryan Hardy, il protagonista. Le altre puntate proseguono all’insegna dello stereotipo del genere. I personaggi sono piuttosto prevedibili così come molte delle situazioni che affrontano. È questo l’aspetto rassicurante e “defaticante” di The Following: lo spettatore ha la precisa consapevolezza di godere ora dopo ora e senza interruzione, come quando si legge un bel romanzone thriller, di un racconto che rispetta i suoi codici e le sue regole. Certo, l’appuntamento con l’episodio unico settimanale forse stanca e, stando a quanto si legge nel web, la serie perde followers puntata dopo puntata. Ma questo è un altro approccio, che ha poco a che fare con l’ “immersione terapeutica” suggerita qui!