A PROPOSITO DI CAMPAGNE ELETTORALI…
Fotografia di un’Italia alla deriva
Sin dai titoli di testa, Il portaborse richiama, attraverso la colonna sonora strumentale, un cinema politico che in Italia sembrava ormai lontano. La prima parte del film, in realtà, ha toni da commedia e ha poco in comune con i capolavori di Petri e Rosi.
L’intento di Luchetti, inizialmente, sembra piuttosto quello di inserire in un contesto alieno un personaggio un po’ impacciato come quello del professor Luciano Sandulli, interpretato splendidamente da Silvio Orlando – che sarà ancora un insegnante per Luchetti ne La scuola – e illustrarne semplicemente le reazioni. Nel mondo senza scrupoli della politica, Sandulli appare come un pesciolino rosso in un acquario di squali, ma si adatta subito al malcostume imperante. In cerca di denaro per restaurare la sua antica abitazione, che cade letteralmente a pezzi, Sandulli accetta di lavorare per il politico corrotto Cesare Botero – un luciferino Nanni Moretti, in una delle sue migliori e più sorprendenti interpretazioni, punto di partenza per quella del Caimano – ministro per le partecipazioni statali nell’anno in cui il tema di maturità ricorda un importante anniversario del primo manifesto futurista, quindi con tutta probabilità quel cruciale 1989, che anche in Italia è stato vero spartiacque. Botero dichiara di non aver mai letto un libro per intero in vita sua e, nel filmato del discorso di 14 ore alla Camera (neanche fosse il Mr. Smith di Frank Capra), esprime la sua preferenza per uomini estrosi e un po’ mascalzoni e attacca i politici onesti ma grigi.
La drammaticità della seconda parte del film, quella che maggiormente si rifà al cinema d’impegno di una volta, rispecchia la graduale presa di coscienza di Sandulli e ha come punto culminante la sequenza in cui il professore ritrova Zolla, l’alunno modello che traduceva Senofonte all’impronta, come avvocato del partito di Botero – partito equidistante dai cattolici e dai comunisti, quindi, si deduce, astutamente e vagamente socialdemocratico, nel senso (im)morale del termine – coinvolto in uno scandalo di tangenti. È un momento decisivo: tutto il sistema di valori di Sandulli, tutto il suo mondo, quello della scuola, gli si sgretola davanti. Il portaborse diventa, a partire da lì e sino al finale, un ritratto spietato e inquietante dell’incapacità dell’uomo comune di ribellarsi costruttivamente alla corruzione e allo strapotere della politica.
Il portaborse [id., Italia 1991] REGIA Daniele Luchetti.
CAST Silvio Orlando, Nanni Moretti, Giulio Brogi, Anne Roussel, Angela Finocchiaro.
SCENEGGIATURA Daniele Luchetti, Stefano Rulli, Sandro Petraglia. FOTOGRAFIA Alessandro Pesci. MUSICHE Dario Lucantoni.
Drammatico, durata 95 minuti.